Moto-ruota, è italiana l’innovazione del secolo: ha già frantumato la concorrenza | Sembra venuta da Marte

Uscita dallo spazio (depositphotos.com) - www.vehiclecue.it
La motoruota è più italiana di quanto si creda. Tra invenzioni, fiere e visioni avveniristiche, ecco il veicolo a una ruota all’avanguardia.
Quando si parla di invenzioni innovative, si tende a pensare a prototype americani, laboratori segreti e centri di ricerca giapponesi. Tuttavia, l’industria italiana ha un suo “nucleo” sviluppato.
Qualcuno potrebbe aver già immaginato un veicolo che, oggi, potrebbe sembrare uscito da un film di fantascienza. Un uomo solo, un’idea folle, e il desiderio di trasformare la mobilità urbana.
E se la motoruota, oggetto del nostro approfondimento, non fosse una novità recente né un brevetto dimenticato in un cassetto di qualche multinazionale?
Ebbene, è una creazione tutta italiana, venuta alla luce tra Milano e Torino, dove i sogni di velocità si mescolano all’odore di carburante e ingranaggi freschi di lavorazione.
Sembra uscita dallo spazio
Come evidenziato dal canale Instagram @sguardipassati, il termine “motoruota” è ufficialmente stato coniato con la “monoruota a motore” realizzata dall’inventore milanese Davide Cislaghi, ma le sue origini sono ancora più antiche. Il primo modello documentato emerse addirittura nel 1903, grazie all’azienda milanese Garavaglia. Questo primissimo veicolo fu persino messo in mostra durante il Salone dell’automobile di Torino del 1904, attirando molta curiosità. Alto due metri, era una struttura circolare dotata di cremagliera interna e sostenuta da un telaio che supportava sedile, volante e un motore a quattro tempi. La propulsione era garantita da un sistema di cinghia e pulegge, che trasferiva la forza a un pignone collegato direttamente alla cremagliera.
Poliziotto ed elettricista, l’inventore milanese depositò il 26 novembre 1922 il brevetto per un veicolo definito “Motoruota e veicoli a più ruote senza perno”. Il primo prototipo fu realizzato già l’anno seguente, mentre nel 1924 il brevetto fu presentato anche in Francia, segno di una chiara intenzione di portare l’idea oltre i confini patri. Il 12 aprile 1923, durante la Fiera Campionaria di Milano, Cislaghi espose la sua invenzione, cercando un investitore disposto a dare fiducia al progetto.

Un design “futuristico”
La motoruota presentata in fiera aveva un diametro di 145 cm, era dotata di un motore a due tempi da 175 cm³ e possedeva un cambio a tre velocità. Il manubrio serviva solo come supporto, poiché le curve venivano affrontate inclinando il veicolo, proprio come avviene oggi con le moto sportive! Nonostante il suo aspetto decisamente innovativo, la struttura basilare del veicolo non comprometteva la sua efficienza.
Risulta evidente che Cislaghi fosse un visionario capace di realizzare un mezzo che anticipava concetti oggi ripresi, grazie alla diffusione della micromobilità elettrica. La motoruota, probabilmente, era troppo innovativa per il suo tempo. Ma oggi, guardando i suoi progetti e le immagini storiche, è evidente: non sembrava provenire da un futuro lontano. Era il futuro stesso, anticipato di un secolo.