Istanbul è la città più congestionata al mondo anche nel 2025, con 118 ore perse all’anno nel traffico: lo conferma l’INRIX Global Traffic Scorecard.
L’analisi evidenzia come la capitale economica della Turchia rappresenti un caso emblematico delle sfide urbane legate alla mobilità, con implicazioni rilevanti per la pianificazione infrastrutturale, la regolamentazione dei trasporti e la gestione del comportamento stradale.
Il Global Traffic Scorecard elaborato da INRIX è uno degli strumenti analitici più autorevoli a livello internazionale per valutare la congestione urbana. L’edizione 2025 ha preso in esame oltre 900 città in 36 Paesi, incrociando dati di mobilità, velocità medie, durata degli spostamenti e tempi persi nel traffico.
L’obiettivo non è soltanto la classificazione, ma fornire indicatori quantitativi utili a pianificatori, amministratori e urbanisti. I parametri considerati includono:
Nel 2025, secondo INRIX, Istanbul si conferma la città con il più alto livello di congestione urbana al mondo. I conducenti perdono mediamente 118 ore all’anno nel traffico, un dato in crescita del 12% rispetto al 2024. Il fenomeno non è isolato, ma espressione di una serie di fattori strutturali, comportamentali e geografici.
L’analista dei trasporti Bob Pishue di INRIX evidenzia che la rapida urbanizzazione e una popolazione in costante crescita sono tra le cause principali della congestione. Istanbul è un caso unico: una megalopoli di oltre 16 milioni di residenti con un sistema stradale che non ha tenuto il passo con l’espansione urbana.
L’unicità geografica di Istanbul – una città che si estende tra Europa e Asia, attraversata dal Bosforo e costeggiata da diversi corsi d’acqua – impone vincoli naturali alla mobilità. Le connessioni intercontinentali (come i ponti del Bosforo e i tunnel sottomarini) sono punti di snodo critici, frequentemente soggetti a colli di bottiglia.
La classifica INRIX del 2025 evidenzia come la congestione urbana sia una criticità condivisa a livello globale. Dopo Istanbul, le città più congestionate sono:
Il caso di Dublino merita attenzione: per la prima volta supera Londra, segnalando un cambiamento nelle dinamiche di traffico europee. Questo spostamento implica la necessità di rivedere modelli previsionali e strategie di gestione urbana.
Sebbene siano stati realizzati interventi come il tunnel Marmaray e nuove linee metropolitane, il tasso di crescita infrastrutturale non è proporzionato alla domanda di mobilità. Le arterie principali sono sottodimensionate e la rete secondaria spesso congestionata da parcheggi irregolari e viabilità caotica.
Interventi come l’ottimizzazione dei semafori, i sistemi di parcheggio intelligente o l’integrazione dei dati in tempo reale sono presenti ma insufficienti. La smart mobility richiede investimenti in tecnologie scalabili e interconnesse, ancora assenti in molte zone della città.
Il comportamento degli automobilisti rappresenta un fattore aggravante. Secondo il Prof. Selim Dundar della Istanbul Okan University, le infrazioni più comuni includono:
Questi comportamenti hanno un impatto particolarmente negativo nelle ore di punta, amplificando l’effetto domino del traffico.
Bob Pishue sottolinea che le misure correttive a breve termine non bastano. La riduzione della congestione richiede:
Il caso di Londra offre spunti applicabili anche a Istanbul:
Queste soluzioni possono essere adattate al contesto turco con le dovute modifiche normative, culturali e infrastrutturali.
Oltre agli investimenti fisici, serve un rafforzamento dell’enforcement tramite:
L’obiettivo non è solo punire, ma innescare un cambiamento culturale verso una mobilità più consapevole e collettiva.
La municipalità ha approvato nel 2025 nuove tratte per il metrobüs in occasione di eventi speciali, e l’estensione delle linee M7 e M9 della metropolitana. Tuttavia, la copertura resta insufficiente nelle periferie, dove l’utilizzo dell’auto privata rimane l’unica opzione.
Sebbene siano presenti stazioni di snodo, l’intermodalità tra treni suburbani, traghetti, autobus e metro è ancora discontinua. L’integrazione digitale dei titoli di viaggio e la sincronizzazione dei tempi di percorrenza sono elementi su cui intervenire in maniera decisa.
Il caso Istanbul mostra come la congestione urbana non sia un fenomeno casuale o improvviso, ma il risultato di decenni di scelte urbanistiche, economiche e culturali. Per invertire la tendenza, è necessario:
I dati dell’INRIX Scorecard 2025 non sono solo una classifica, ma un campanello d’allarme per tutte le metropoli in crescita. Istanbul rappresenta un caso limite ma paradigmatico: senza una strategia sistemica, l’incremento della congestione è inevitabile. L’unica risposta possibile è una trasformazione radicale, che coinvolga infrastrutture, tecnologie, governance e cultura urbana.
Parlare di mobilità urbana oggi significa affrontare una questione strutturale che incide sulla qualità della vita, sull’economia urbana e sulla sostenibilità a lungo termine. Istanbul, nel 2025, è il simbolo di una sfida ancora aperta.