Una guida completa alla tecnologia dei veicoli a idrogeno: come funzionano, quali vantaggi offrono e perché potrebbero diventare uno dei pilastri della mobilità sostenibile del futuro.
L’idrogeno è uno degli elementi più abbondanti nell’universo e rappresenta una delle soluzioni più promettenti per decarbonizzare il settore dei trasporti. I veicoli a idrogeno, tecnicamente noti come Fuel Cell Electric Vehicle (FCEV), combinano le caratteristiche dei motori elettrici con l’autonomia e la rapidità di rifornimento tipiche dei veicoli a combustione interna.
Negli ultimi anni, grazie agli investimenti in ricerca e sviluppo e al crescente interesse per le fonti energetiche pulite, l’idrogeno sta tornando al centro dell’attenzione come vettore energetico strategico per una mobilità sostenibile a zero emissioni.
Il cuore tecnologico di un veicolo a idrogeno è la cella a combustibile (fuel cell). Questa converte l’idrogeno (H₂) e l’ossigeno (O₂) dell’aria in energia elettrica, attraverso una reazione elettrochimica. Il processo è efficiente, silenzioso e ha come unico sottoprodotto il vapore acqueo.
A differenza dei veicoli elettrici a batteria (BEV, Battery Electric Vehicle), i FCEV non necessitano di lunghe ricariche. L’energia viene generata a bordo e stoccata solo in minima parte in una batteria tampone, utile per la gestione dei picchi di potenza e la rigenerazione in frenata.
| Caratteristica | FCEV (idrogeno) | BEV (batteria) |
|---|---|---|
| Fonte energetica | Idrogeno | Elettricità da rete |
| Tempo di rifornimento | 3–5 minuti | 30 minuti–8 ore |
| Autonomia | 500–700 km | 300–500 km |
| Emissioni dirette | Nessuna (solo acqua) | Nessuna |
| Infrastruttura attuale | Limitata | In espansione |
I veicoli a idrogeno possono superare i 600–700 km di autonomia con un pieno, rendendoli ideali per lunghe percorrenze e trasporti pesanti.
Il pieno di idrogeno richiede meno di 5 minuti, un tempo comparabile a quello dei veicoli a benzina o diesel.
L’unico sottoprodotto della reazione nella fuel cell è acqua, eliminando le emissioni locali di CO₂, NOₓ e particolato.
Il motore elettrico garantisce una guida fluida e silenziosa, riducendo anche l’inquinamento acustico urbano.
Le celle a combustibile richiedono meno litio e terre rare rispetto alle batterie tradizionali.
Attualmente, oltre il 95% dell’idrogeno mondiale è prodotto da fonti fossili. La sfida è sviluppare su larga scala la produzione di idrogeno verde.
| Tipo di idrogeno | Fonte | Emissioni |
|---|---|---|
| Grigio | Gas naturale | Alte |
| Blu | Gas naturale + CCS | Moderate |
| Verde | Elettrolisi da rinnovabili | Zero |
Le stazioni di rifornimento H2 sono ancora molto rare, soprattutto in Italia. La rete è in espansione in paesi come Germania, Giappone e California.
I veicoli a idrogeno e le infrastrutture hanno costi di produzione e gestione ancora alti, per via delle basse economie di scala.
Il ciclo “well-to-wheel” dell’idrogeno presenta perdite significative rispetto a un sistema 100% elettrico.
L’UE prevede almeno 1000 stazioni H2 entro il 2030. In Italia, il PNRR prevede investimenti significativi in idrogeno per trasporti e industria.
La mobilità futura sarà probabilmente ibrida tra batterie e idrogeno. L’idrogeno sarà dominante in trasporti pesanti e lunga percorrenza, mentre le batterie resteranno centrali per la mobilità urbana e leggera.
I veicoli a idrogeno rappresentano una tecnologia chiave per la decarbonizzazione. Il loro impiego crescerà con lo sviluppo di infrastrutture, produzione di idrogeno verde e nuove soluzioni tecnologiche.