Telepedaggio, rincari al casello | Arriva un altro aumento e pesa come un macigno: quali tratte convengono

Pedaggio auto (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Scattano nuovi rincari sui pedaggi autostradali: aumenti mirati, tratte coinvolte e proteste accese da pendolari e politica.
Guidare in autostrada oggi non è più solo una questione di destinazione, ma anche di calcoli. Ogni volta che si parte, ci si chiede quanto si finirà per spendere, tra benzina, manutenzione e – soprattutto – pedaggi. E anche se ormai con un clic si passa al casello, la vera domanda è: quanto ci costerà quel clic?
Ormai quasi tutti usano sistemi di telepedaggio – per comodità più che per reale convenienza, diciamolo. Tra app, dispositivi e promozioni varie, si ha l’impressione di risparmiare… ma è davvero così? Ogni servizio ha le sue regole, i suoi sconti, le sue eccezioni, e orientarsi non è così semplice. A volte si finisce per pagare di più senza nemmeno rendersene conto.
Chi fa avanti e indietro tutti i giorni per lavoro lo sa meglio di chiunque altro: basta un piccolo aumento per ritrovarsi con spese mensili più alte, magari senza neanche aver modificato il tragitto. Un euro qua, due là, e a fine mese fanno la differenza. E spesso, quando arrivano i rincari, ce ne accorgiamo tardi… o troppo tardi.
Poi c’è il tema dei lavori in corso, dei disservizi, dei rallentamenti continui. Paghi di più ma non viaggi meglio, anzi. In certi tratti sembra che non finisca mai. E in mezzo a tutto questo, molti si chiedono dove siano finite le promesse di trasparenza e tariffe eque. O meglio, si chiedono se quelle promesse siano mai state davvero mantenute.
Aumenti (quasi) silenziosi: cosa c’è dietro
Dal primo gennaio 2025, alcune tratte autostradali italiane sono diventate più care. Non tutte, però: solo quelle gestite da Autostrade per l’Italia, circa 2.800 chilometri su un totale di 6.000. L’aumento è stato dell’1,8%, lo stesso valore dell’inflazione programmata per quest’anno. In sostanza, un rincaro “contenuto” ma comunque fastidioso per chi le percorre spesso.
Anche sulla Napoli-Pompei-Salerno è scattato un ritocco (1,677%). Per le altre 22 concessionarie, invece, tutto fermo: niente aumenti perché non è stato aggiornato il PEF – ehm, il Piano Economico-Finanziario, quello che regola le tariffe in base ai ricavi.

Tratte più care e polemiche infuocate
Ecco, la parte che pesa davvero è dove avvengono questi aumenti. Non sono tratte secondarie o poco trafficate. Tutt’altro. Parliamo della A1 Milano-Napoli, della A14 Bologna-Taranto, della A10 Genova-Savona… cioè le strade che milioni di persone usano ogni giorno per andare al lavoro, tornare a casa, partire per il weekend. Ed è proprio questo a far discutere.
La senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita, non le ha mandate a dire. In un post, ha parlato di “regalo di inizio anno” da parte del governo. Secondo lei, l’aumento è ingiustificato soprattutto in zone come la Liguria. Alla fine, il miglior modo per risparmiare è cercare di evitare per quanto possibile queste tratte.
