Autostrade sotto assedio | Parte la rivolta contro gli autovelox mobili: cosa cambia dalle prossime settimane

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Autovelox rivolta (Canva foto) - www.vehiclecue.it

Arrivano nuove regole per l’uso degli autovelox: meno libertà ai Comuni e più poteri ai Prefetti, cosa sta cambiando.

Nelle ultime settimane, tra automobilisti e amministrazioni locali si respira un’aria tesa. A far discutere non sono solo le solite polemiche sui limiti di velocità, ma le modalità con cui vengono rilevate le infrazioni. Molti guidatori, infatti, lamentano la presenza di autovelox improvvisi e mal segnalati, soprattutto su tratti urbani dove i limiti cambiano senza preavviso.

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Il dibattito si fa ancora più acceso considerando che ogni Comune aveva finora piena autonomia nell’installazione di dispositivi fissi e mobili, purché rispettasse l’obbligo di preavviso tramite cartelli. Ma la mancanza di omogeneità ha generato un vero e proprio caos normativo, in cui a farne le spese sono stati soprattutto gli automobilisti. In molte città, le Zone 30 sono diventate trappole per multe, generando malumori crescenti tra i cittadini.

A rendere ancora più complessa la situazione, la totale assenza – fino a oggi – di una normativa chiara sull’omologazione degli autovelox. Questo vuoto legislativo ha permesso la proliferazione di dispositivi, spesso collocati in modo poco trasparente, che hanno fatto sospettare un uso più orientato alla generazione di entrate che alla sicurezza stradale.

Il momento non è casuale: l’estate è alle porte, e con essa l’aumento dei flussi di traffico su tutta la rete autostradale. Proprio per questo, l’annuncio di nuove regole per l’uso degli autovelox ha acceso i riflettori su una questione annosa.

Una stretta che cambia gli equilibri

Come riporta Repubblica, dal 12 giugno 2025 entra ufficialmente in vigore il nuovo regolamento previsto dal decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Si tratta di una vera e propria rivoluzione per i Comuni: gli autovelox non potranno più essere installati liberamente, ma solo in tratti ad alta incidentalità individuati con l’approvazione del Prefetto. Scompare quindi la discrezionalità locale, in favore di un controllo centralizzato.

Ma non finisce qui: sarà necessario rispettare distanze minime tra i dispositivi, variabili a seconda del tipo di strada, e la distanza tra segnale e autovelox dovrà essere coerente e uniforme. Inoltre, i limiti di velocità da monitorare non potranno scendere sotto i 50 km/h in ambito urbano e i 90 km/h su strade extraurbane, rendendo inefficaci le Zone 30 per questo tipo di controllo. Il tutto con una gestione esclusivamente affidata alle forze dell’ordine, senza deleghe a società esterne.

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Autovelox (Canva foto) – www.vehiclecue.it

Multe bloccate e dispositivi da spegnere

Il cambiamento più significativo, però, riguarda i dispositivi già in funzione: quelli non conformi alle nuove regole dovranno essere spenti. Questo obbligo deriva dal termine dell’anno di tempo concesso ai Comuni per adeguarsi al decreto. «Gli autovelox non omologati non possono più operare», sottolineano fonti ministeriali. Di fatto, molte multe potrebbero essere annullate se elevate da strumenti fuori norma.

Per gli automobilisti si apre ora una nuova fase, in cui la chiarezza delle regole dovrebbe ridurre le sorprese sulla strada. Ma per le amministrazioni locali si tratta di un colpo pesante alle entrate derivanti dalle sanzioni.