Passaporto al volante | La patente internazionale è obbligatoria per guidare all’estero: quando e perché

Guida e passaporto (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Un documento spesso trascurato può diventare indispensabile per guidare fuori dall’Europa: ecco cosa sapere prima di partire.
Quando si parte per un viaggio lontano, magari in un paese extraeuropeo, ci si concentra su mille dettagli: prenotazioni, valigie, adattatori… ma quasi mai su quello che serve per guidare una macchina fuori dall’Italia. Eppure, per chi ama esplorare su quattro ruote, c’è un documento che può fare tutta la differenza — e no, non basta sempre la patente italiana.
Il problema è che, spesso, si dà per scontato che la patente valga ovunque. Tanto è scritta in formato europeo, no? In realtà, le cose sono un po’ più complesse. In certi paesi — e succede più spesso di quanto si creda — serve una versione “internazionale” della patente, una sorta di traduzione ufficiale riconosciuta secondo accordi globali. Non è complicato da ottenere, ma è fondamentale sapere quando serve.
E non è solo una questione legale. In caso di incidenti, controlli stradali o noleggi auto, essere senza il documento corretto può creare un bel po’ di problemi. A volte si viene respinti al banco del noleggio, altre ci si trova a discutere con le forze dell’ordine locali, che non sempre parlano inglese — o sono pazienti. Tutto questo, solo perché si è ignorato un passaggio semplice ma essenziale.
Quindi, prima di partire, non basta fare il pieno e controllare le gomme. È sempre meglio informarsi per tempo, magari contattando le ambasciate o dando un’occhiata ai siti di viaggi. Bastano dieci minuti per evitare rogne che potrebbero rovinare tutto il viaggio. Davvero, non vale la pena rischiare per così poco.
Un dettaglio da non sottovalutare
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è chiarissimo su questo punto: chi vuole guidare fuori dall’Unione Europea ha quasi sempre bisogno del cosiddetto permesso internazionale di guida. In pratica, è una versione ufficiale e valida all’estero della tua patente italiana, che esiste in due formati: uno basato sulla Convenzione di Ginevra del ’49, l’altro su quella di Vienna del ’68. Cambia la durata — uno vale un anno, l’altro fino a tre — ma in entrambi i casi non può mai andare oltre la scadenza della tua patente normale.
Ottenerlo non è complicato, ma un po’ macchinoso sì. Serve andare alla Motorizzazione Civile, portare con sé moduli compilati, marche da bollo, ricevute di pagamento PagoPA (occhio: ci sono tariffe diverse in alcune regioni), due fototessere, una fotocopia della patente… insomma, la solita burocrazia italiana. Ma niente di impossibile, anzi: se uno si organizza, si fa in fretta.

Cosa devi controllare prima di partire
La parte più insidiosa è che non tutti i paesi accettano entrambi i modelli. Alcuni vogliono per forza quello della Convenzione di Vienna, altri invece solo quello di Ginevra. Quindi no, non basta “fare il permesso” a caso: va scelto quello giusto in base alla destinazione. E per scoprirlo, l’unico modo sicuro è chiedere direttamente al consolato del paese in cui si va.
Perché questa roba è importante? Perché se sbagli documento, non ti fanno guidare. Punto. Ti ritrovi lì con l’auto prenotata e le chiavi in mano, e ti bloccano tutto perché manca un foglio. A quel punto, addio road trip. Tutte le info, con i dettagli aggiornati e le indicazioni passo-passo, si trovano sul sito ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
