Doppio regime | Vivi in due paesi UE e hai un’auto? Potresti evitare alcune tasse : le condizioni inaspettate

Uomo in auto ed Europa (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Se vivi tra due paesi UE e hai un’auto, potresti evitare tasse complicate seguendo regole poco conosciute.
Vivere a cavallo tra due paesi europei sembra una figata — e in effetti, per certi versi lo è. Ma appena metti in moto la tua auto e inizi a varcare i confini con regolarità, ti accorgi che la libertà di movimento ha dietro un bel po’ di cavilli. Ogni Stato fa un po’ a modo suo, soprattutto quando si tratta di tasse e documenti legati ai veicoli. E fidati: non basta avere la patente in tasca per sentirsi al sicuro.
La cosa si complica ancora di più se, per esempio, lavori in un paese ma dormi in un altro. Oppure se possiedi una casa delle vacanze dove trascorri alcuni mesi all’anno. A quel punto non è solo una questione di chilometri, ma di dove l’auto “vive”, per così dire. Alcune imposte possono scattare semplicemente perché hai lasciato la macchina troppo a lungo nel posto “sbagliato”.
Ogni Stato dell’UE ha le sue regole su targhe, immatricolazione e tributi, ma c’è un principio base: non possono trattarti peggio solo perché non sei un loro cittadino. Detto questo, ci sono parecchie eccezioni che fanno saltare questo principio. E sono proprio quelle eccezioni, spesso nascoste tra le righe, che ti salvano… oppure ti fregano.
La chiave per evitare guai? Conoscere bene cosa prevede la legge nei paesi coinvolti. A volte basta poco: un documento in più, una tempistica rispettata, una formalità burocratica che ti sembra inutile ma che fa tutta la differenza.
Deroghe sorprendenti e regole poco intuitive
Come riporta Your Europe, in alcune situazioni non sei obbligato a pagare le tasse di immatricolazione quando usi la tua auto in un altro paese dell’Unione. Non è una regola che vale per tutti, ma per categorie particolari come studenti, pendolari e proprietari di seconde case. E attenzione: serve rispettare certe condizioni precise, non è che basta dirsi “eh, ma io studio qui”.
Gli studenti, per esempio, se sono iscritti a un’università nel paese in cui si sono trasferiti, possono usare la macchina del paese d’origine senza rifare targa e versare nuove imposte — purché non lavorino nel frattempo. E chi guida un’auto aziendale immatricolata nel paese dove lavora può portarsela anche nel paese dove dorme, senza troppe rogne fiscali. Però serve controllare bene le regole locali, perché variano parecchio, tipo… parecchio davvero.

Un vantaggio inaspettato per chi vive su due fronti
La parte forse più sorprendente riguarda chi ha una casa “di scorta” in un altro paese UE. In quel caso, se ci passi meno di sei mesi all’anno e non usi l’auto per scopi commerciali, potresti evitare di doverla immatricolare di nuovo — anche se la lasci lì per un po’. Ma occhio: non devi prestarla, affittarla o venderla a qualcuno che vive nel secondo paese, se no addio esenzione.
Detto ciò, ci sono paesi che fanno eccezione alle eccezioni. Tipo, Germania, Svezia, Danimarca… lì gli studenti non sono esonerati. E infatti succedono storie come quella di Mathieu, che viveva in Belgio da un anno per un master. Quando la polizia l’ha fermato per una denuncia (aveva subito un danno all’auto), si sono accorti che la sua targa era ancora francese. Gli han detto che era in torto e che doveva pagare. Per fortuna, è riuscito a dimostrare che era ancora iscritto all’università e ha evitato la multa grazie proprio a quelle regole europee poco conosciute.
