Documento Unico di circolazione | cos’è, quando arriva e cosa sostituisce ; l’errore che costa caro in strada

C’è una piccola rivoluzione che da qualche anno viaggia silenziosa nei cruscotti italiani.

Non fa rumore come il motore di un’auto, ma muove la burocrazia con un’efficienza nuova. Si chiama Documento Unico di Circolazione e di Proprietà, e promette di mettere ordine là dove per decenni hanno regnato duplicati, certificati e carte sparse nei cassetti.

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Chi ha avuto a che fare con un passaggio di proprietà o una nuova immatricolazione se n’è già accorto: oggi, un solo foglio racchiude ciò che prima richiedeva due documenti distinti. Meno moduli, meno confusione, meno code allo sportello. Ma, come ogni semplificazione, porta con sé anche nuove regole da rispettare.

Dietro questa carta “unica” si nasconde un progetto ambizioso: unificare i dati della Motorizzazione Civile e del Pubblico Registro Automobilistico, due mondi che per anni hanno viaggiato su binari paralleli. Ora quei binari finalmente si incontrano, con un obiettivo preciso: rendere più chiaro, trasparente e sicuro tutto ciò che riguarda i veicoli circolanti in Italia.

Eppure, molti automobilisti ancora non sanno che il DU è già realtà. Né che, ignorarlo o non portarlo a bordo, può trasformare una semplice dimenticanza in una multa salata.

Cos’è il Documento Unico e quando arriva davvero

Il Documento Unico (DU) è stato istituito dal Decreto Legislativo n. 98 del 2017 e reso operativo dal 1° ottobre 2021. In pratica, sostituisce sia la Carta di Circolazione che il Certificato di Proprietà (cartaceo o digitale). È quindi l’unico documento valido che accompagna il veicolo nella sua doppia vita: quella fisica, su strada, e quella legale, nel registro pubblico.

Il formato è quello familiare della carta di circolazione, ma contiene anche i dati giuridici del PRA. Viene rilasciato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) ogni volta che si effettua un’operazione come immatricolazione, trasferimento di proprietà, reimmatricolazione o sostituzione di documenti smarriti. I veicoli che possiedono ancora i vecchi documenti possono continuare a circolare con quelli, ma al primo aggiornamento riceveranno automaticamente il nuovo DU.

Anziani al volante
Documento unico di circolazione, funziona così (Freepik Foto) – www.vehiclecue.it

 

L’errore che costa caro

Il passo falso più comune è considerarlo “un documento in più” e lasciarlo a casa. In realtà, il Documento Unico è ora il solo titolo valido per la circolazione, e deve essere sempre presente a bordo del veicolo. In caso contrario, si rischiano sanzioni identiche a quelle previste per la mancanza della carta di circolazione: multe, sequestro temporaneo e fermo del mezzo.

Altro dettaglio che molti ignorano: il DU non è consultabile online. Nessun PDF, nessun portale: la versione ufficiale resta quella cartacea, da ritirare personalmente presso il Punto STA (Sportello Telematico dell’Automobilista) dove si è conclusa la pratica. Se la procedura è stata gestita direttamente da un ufficio ACI PRA, il ritiro è immediato e senza prenotazione.

Il futuro è su carta (per ora)

Il Documento Unico è solo il primo passo verso un sistema automobilistico più moderno, in cui le informazioni viaggiano in modo sincronizzato e trasparente. Riduce gli errori, semplifica le pratiche e unisce banche dati che per anni non si parlavano. Ma per arrivare alla piena digitalizzazione servirà ancora del tempo — e un po’ di consapevolezza da parte dei cittadini.

Conservarlo, aggiornarlo e portarlo sempre con sé è oggi parte della responsabilità di chi guida. Perché dietro quella singola carta c’è un’intera architettura di regole che, se ignorate, possono costare più di una semplice disattenzione.