Seggiolini anti-abbandono | obbligo fino a 4 anni e sanzioni aggiornate ; il dettaglio che fa partire la multa

Seggiolino anti abbandono (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it

Seggiolino anti abbandono (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it

Una normativa poco conosciuta impone regole precise sui dispositivi anti-abbandono: ecco perché non basta averne semplicemente uno.

Oggi come oggi, chi ha un bambino piccolo lo sa bene: portarlo in macchina non è mai solo “metterlo nel seggiolino”. È diventata una vera e propria operazione di sicurezza. Tra cinture, sensori e mille accorgimenti, ci si ritrova a cercare il meglio, sperando di fare la scelta giusta. Eppure, anche quando tutto sembra a posto, c’è sempre qualche dettaglio normativo da non sottovalutare.

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Negli ultimi anni poi, con tutta questa tecnologia sempre più integrata nei seggiolini e nelle auto stesse, le aspettative sono cambiate. I genitori si informano molto di più, confrontano modelli, leggono recensioni, guardano video… e magari poi ne parlano anche nei gruppi su Facebook o in chat. Insomma, oggi comprare un seggiolino richiede quasi un corso di aggiornamento.

Ma non si tratta solo di scegliere il prodotto più bello o quello in sconto. C’è dietro un discorso più grande, che riguarda la responsabilità di ogni adulto che porta in macchina un bambino. Le leggi, i dispositivi aggiuntivi, le certificazioni… tutto ha lo scopo di evitare errori che, purtroppo, possono costare caro. A volte è proprio nei gesti quotidiani che si annidano i pericoli peggiori.

E allora ci si ritrova a domandarsi: “Ma queste regole servono davvero?” Spoiler: sì. Perché certi avvenimenti, per quanto impensabili, succedono. Ed è per questo che non si può lasciare nulla al caso. Soprattutto quando parliamo di bambini sotto i 4 anni, che sono i più vulnerabili in assoluto.

Una legge particolare

Tutto è iniziato ufficialmente nel 2018, con una legge che ha messo nero su bianco un obbligo: se trasporti in auto un bambino sotto i 4 anni, devi avere un dispositivo anti-abbandono. Punto. La legge è la n.117 dell’1 ottobre di quell’anno, e non lascia spazio a interpretazioni.

Sul sito Cercaseggiolini.it viene riportato bene: chi non rispetta questa norma rischia multe che vanno da 81 a 333 euro. E non finisce lì. In caso di recidiva, cioè se ci si becca due volte in meno di due anni, la patente può essere sospesa. Fino a due mesi. Insomma, non proprio una passeggiata. Ma prima ancora della sanzione, il messaggio è chiaro: la prevenzione viene prima di tutto. E c’è un dettaglio in particolare a cui fare attenzione.

Bambini in auto (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Bambini in auto (Depositphotos foto) – www.vehiclecue.it

Il dettaglio che può costarti caro

La vera chicca della normativa sta nel regolamento che completa l’articolo 172 del Codice della Strada. Qui si elencano una serie di caratteristiche che ogni dispositivo deve avere. Tipo: accensione automatica, segnali chiari se c’è un problema, conferma visiva e sonora dell’attivazione… tutte cose che, in teoria, sembrano ovvie. Ma attenzione, c’è un punto critico.

Non basta che il dispositivo funzioni. Deve anche avere una dichiarazione di conformità. Sì, una semplice carta. Ma fondamentale. Perché se manca quella, anche se il dispositivo funziona benissimo, rischi comunque la multa. Molti parlano ancora di “dispositivi omologati”, ma è un termine sbagliato. La legge prevede solo questa dichiarazione scritta da parte del produttore. Quindi, se stai comprando un dispositivo anti-abbandono… occhio all’etichetta.