Mobilità sostenibile, da oggi inquinare meno costa di più: altra tassa da 800 euro | Dovrai tornare al diesel

Mobilità sostenibile (Freepik foto) - www.vehiclecue.it
L’ennesimo salasso non te lo leva nessuno. Questa prescrizione stona completamente con la promozione dell’eco-mobility
Parliamo di un concetto che sta prendendo sempre più piede nel nostro Paese, all’interno di un contesto ben più ampio che ne ha visto una progressiva diffusione a livello globale.
La mobilità sostenibile mira a ridurre l’impatto ambientale generato dalla combustione dei tradizionali sistemi impiegati per l’alimentazione dei veicoli, al fine di produrre un complessivo miglioramento nelle condizioni di vita della cittadinanza globale.
Per questo, un simile obiettivo può essere raggiunto soltanto mettendo insieme strategie dedicate, che devono funzionare e condurre ai risultati sperati contemporaneamente ed in modo congiunto.
Alcune delle modalità più pratiche e potenzialmente efficienti che possono essere sfruttate per perseguire l’ambiziosa meta risiedono nello sfruttamento maggiore del trasporto pubblico, che deve seguire – laddove necessario – ad un potenziamento delle infrastrutture, nonché all’utilizzo di mezzi a zero emissioni soprattutto quando si circola in città.
Un tema particolarmente controverso
Lo scorso 17 Settembre il Consiglio di Stato, attraverso la decisione numero 7354/2025, ha emesso una sentenza destinata a mutare drasticamente la concezione di mobilità sostenibile nell’intero territorio nostrano. Ma partiamo dall’inizio, ossia da quando la Fiab di Cagliari aveva presentato un ricorso impugnando l’articolo 19 del Regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana del medesimo Comune: al suo interno viene indicata la necessità di legare le proprie biciclette e/o motocicli esclusivamente nelle infrastrutture pubbliche adatte, pena sanzioni pecuniarie comprese tra un massimo di 500 e un minimo di 75 euro, con la potenziale aggravante nel caso in cui il parcheggio avvenga in prossimità di aree che vantano pregio artistico o storico, che può condurre fino a 300 euro di spesa non ponderata, con situazioni estreme che possono costringere addirittura a sborsare 800 euro, soltanto per una bicicletta legata male.
Le tematiche maggiormente discusse, tirate in ballo dalla stessa Fiab, riguardavano il fatto che il Comune avesse introdotto un particolare divieto di sosta “non contemplato dal Codice della Strada”, nonché la presenza di sanzioni sproporzionate rispetto al fatto commesso e la violazione del decantato principio di uguaglianza, per il quale la bicicletta viene intesa dal CdS come un veicolo, sotto tutti i punti di vista, con il ciclista obbligato a rispettare i medesimi doveri imposti all’automobilista, ma senza poter usufruire di parcheggi e, più in generale, infrastrutture adeguate a garantire la sosta in totale sicurezza anche nei centri delle città più popolose.

I cittadini ribadiscono il proprio sgomento
In merito, il Tar aveva già espresso un parere deciso in primo grado, poi confermato dal Consiglio di Stato, il quale ha specificato come il fine principale di questa disposizione è quella di garantire il decoro degli spazi pubblici e non quella di regolare la sosta dei velocipedi in sé. I fruitori di questi veicoli, però, evidenziano come le amministrazioni si stiano, giustamente, dando da fare con una frequenza sempre maggiore nella promozione dell’utilizzo della bicicletta e dunque di una mobilità maggiormente sostenibile, pur non creando le condizioni adeguate per permettere che ciò avvenga davvero.
Questo si evince dalla scarsa presenza di posti adeguati a riporre le biciclette all’interno delle rastrelliere, rare da trovare e spesso conciate in condizioni pietose, al limite della fatiscenza, il che obbliga i fruitori delle due ruote a legare i propri veicoli a pali, fontanelle, panchine e ulteriori supporti così detti impropri: il rischio, in caso contrario, è quello di vedersi sottrarre la bicicletta nel giro di pochi minuti. Lo scrive Brocardi.it.