Illustrazione di uno scontro tra due auto (Canva FOTO) - vehiclecue.it
I recenti danni confermano uno scenario poco rassicurante. Nello scorso anno si sono verificati molti incidenti, alcuni molto gravi.
Negli ultimi mesi si è tornato a parlare con forza della sicurezza sulle strade. Forse perché ogni giorno si leggono notizie di scontri, investimenti o tragici errori che si potevano evitare. I numeri più recenti, purtroppo, non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche: gli incidenti in Italia continuano ad aumentare, e con loro anche i feriti.
Nel 2024, secondo i dati ISTAT, gli incidenti con feriti sono stati 173.364, con un incremento del 4,1% rispetto all’anno precedente. Le persone coinvolte e rimaste ferite sono 233.853, un numero enorme se si pensa ai progressi tecnologici e ai sistemi di assistenza alla guida ormai diffusi.
Evidentemente, la tecnologia non basta se la distrazione resta al volante. Il tasso di mortalità, invece, resta stabile: 51,4 decessi ogni milione di abitanti, quasi lo stesso valore del 2023. Rispetto al 2019, le vittime scendono di un 4,5%, un piccolo passo avanti, ma gli incidenti nel complesso continuano a salire, anche se di poco. Forse si guida di più, o forse si guida peggio.
Le cause non cambiano: distrazione, mancata precedenza, velocità eccessiva. Insieme coprono quasi il 38% dei casi. Basta davvero un secondo di disattenzione, un messaggio sul telefono o un pensiero altrove per trasformare un tragitto di routine in un evento drammatico.
Guardando più da vicino, emerge un quadro tutt’altro che rassicurante. Le autostrade sono le più pericolose: incidenti +6,9%, feriti +7,0% e decessi +7,1%. Nelle aree urbane la situazione è un po’ più stabile, con un leggero calo, mentre sulle extraurbane si registrano variazioni minime. Dal confronto con il 2019, la tendenza è chiara: +4% di incidenti in autostrada e +2,7% sulle strade extraurbane.
Le categorie più colpite raccontano una realtà a più velocità. Gli automobilisti e i pedoni registrano una lieve diminuzione di vittime, ma tra i motociclisti i numeri fanno impressione: 830 morti, un aumento del 13,1% rispetto all’anno precedente. Gli autocarri segnano addirittura un +30,4%, con 146 decessi, a conferma di quanto il traffico pesante resti un rischio serio. I monopattini elettrici, ormai parte del paesaggio urbano, contano 23 vittime e oltre 3.700 feriti, mentre ciclisti e ciclomotoristi mostrano un calo di circa il 10%.
Dietro a questi dati ci sono storie, famiglie, e anche un peso economico enorme. Il costo sociale degli incidenti con feriti è stimato intorno ai 18 miliardi di euro, quasi l’1% del PIL, che salgono a 22,6 miliardi considerando anche i danni materiali (ISTAT, 2024). Ogni anno, una parte consistente della ricchezza del Paese finisce, letteralmente, “sull’asfalto”. Le infrazioni più frequenti restano la velocità eccessiva (oltre il 34% delle sanzioni), seguita da mancata precedenza e distrazione.
In lieve calo le multe per cinture e seggiolini, ma in aumento quelle per uso di droghe e mancato casco. Anche il contesto generale contribuisce: nel 2024 le percorrenze autostradali hanno superato 83 miliardi di veicoli/km, con un incremento del 2,2% rispetto al 2023. Le immatricolazioni di auto nuove sono cresciute dello 0,7%, mentre le bici tradizionali calano e le e-bike aumentano leggermente.