Sovrappeso, over 70 e donne in gravidanza: i crash test che non ti raccontano mai | Questi automobilisti muoiono nel modo peggiore

Airbag in un crash test (Pixabay foto) - www.vehiclecue.it

Airbag in un crash test (Pixabay foto) - www.vehiclecue.it

I test di sicurezza stradale sembrano pensati solo per un corpo maschile: e gli altri, come vengono sviluppati?

Negli ultimi decenni l’industria dell’auto si è data parecchio da fare per migliorare la sicurezza. Frenate d’emergenza, sensori, airbag dappertutto… insomma, le macchine moderne sembrano piccole fortezze su ruote. Ma a guardare meglio, viene da chiedersi: tutte queste tecnologie funzionano davvero allo stesso modo per chiunque?

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C’è un dettaglio che quasi nessuno nota, o meglio, che quasi nessuno dice apertamente: i crash test – quelli che decidono se un’auto è sicura o meno – sono fatti su manichini standard. E con “standard” si intende… beh, un uomo adulto, in forma, di altezza e peso nella media.

Eppure, non siamo tutti uguali. C’è chi è più basso, chi ha qualche chilo in più, chi è anziano, e chi porta in grembo una nuova vita. Tutte queste differenze contano. Anzi, in caso d’incidente, possono fare la differenza tra una contusione e qualcosa di molto, molto peggio. Ma se nei test questi corpi non sono rappresentati, come possiamo davvero sapere se l’auto ci proteggerà?

La cosa più assurda è che nessuno ne parla. Gli spot mostrano famiglie felici, sicurezza garantita, ma non dicono che tutto si basa su un solo tipo di fisico. E quindi chi esce dagli “standard” potrebbe essere meno tutelato. Non per colpa sua, ma perché nessuno ha pensato a lui (o a lei) quando ha progettato quei test. Ma è davvero così?

Quando il corpo non corrisponde al modello

Su Motorpasión è emersa una cosa piuttosto inquietante: il manichino più usato per i crash test è sempre lo stesso, da anni. Alto 1,77, peso 76 chili. Maschio, ovviamente. Il primo manichino femminile è arrivato solo nel 1995 (novantacinque!) e quello per donne incinte – attenzione – è stato sviluppato da Volvo solo nel 2003, ma era virtuale.

Negli USA hanno iniziato a usare i manichini femminili solo nel 2011. In Europa ancora dopo, nel 2015, e solo nei test frontali. Intanto, Volvo ha raccolto dati da più di 70.000 passeggeri coinvolti in incidenti e ha scoperto che le donne rischiano di più. Specialmente per traumi al torace e colpi di frusta. Motivo? La struttura fisica è diversa, ma i test non lo considerano. E non finisce qui.

Crash test (Pixabay foto) - www.vehiclecue.it
Crash test (Pixabay foto) – www.vehiclecue.it

Le soluzioni

Sempre da Motorpasión, viene fuori che chi è in sovrappeso, chi è anziano, chi è incinta… è scarsamente rappresentato. Negli impatti frontali, ad esempio, chi ha più massa tende a scivolare sotto la cintura di sicurezza, con danni gravi alle gambe. Ma chi lo testa? Pochi.

Per fortuna c’è chi si muove. Il Michigan International Center for Automotive Medicine ha creato nuovi manichini: uno con una massa maggiore, per simulare il sovrappeso, e uno che rappresenta una donna di 70 anni, anch’essa in sovrappeso. Volvo, invece, ha modellato digitalmente una donna incinta per capire come cintura e airbag influenzano utero e placenta. Soluzioni che possono cambiare radicalmente le cose e che finalmente si stanno adottando più su larga scala.