Strisce bianche, se noti questi segni sulle gomme non parcheggiare: multe a cascata col trucco del gessetto

Parcheggio su strisce (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Sembrano solo strisce bianche, ma quei piccoli segni sulle gomme possono trasformarsi in multe inaspettate e molto salate.
Trovare un parcheggio in città, diciamocelo, è spesso un terno al lotto. Giri, giri, poi magari finalmente scorgi uno stallo libero e… magia: strisce bianche! Parcheggio gratuito. Un piccolo colpo di fortuna, soprattutto nelle zone centrali o turistiche, dove il posteggio è un lusso raro.
Ma proprio lì dove pensi di aver vinto, rischi di inciampare in una brutta sorpresa. Quelle aree che sembrano tranquille, senza parchimetri né limiti evidenti, spesso nascondono regole non sempre chiare.
Basta distrarsi un attimo, oppure ignorare un dettaglio, e ti ritrovi con una sanzione tra i tergicristalli. E non parliamo per forza di infrazioni gravi: a volte un minuscolo particolare, anche inaspettato può determinare tutto.
Il disco orario, per esempio, è una di quelle cose che fanno perdere la pazienza a chiunque. C’è chi si scorda di metterlo, chi lo imposta a caso, e poi – ammettiamolo – c’è chi lo “ritocca” ogni tanto. Tanto, chi vuoi che controlli davvero?
Nuovi metodi
Beh, magari fino a ieri era così, ma le cose stanno cambiando. Ormai i controlli si fanno più furbi. I classici metodi sono stati superati da sistemi più sottili, quasi invisibili, ma parecchio efficaci. E mentre l’automobilista si rilassa credendo di averla fatta franca, qualcun altro sta già prendendo nota, in silenzio.
La cosa interessante è che non c’è nulla di illegale in questo metodo. Non rovina la macchina, non lascia danni, ma funziona eccome. Insomma, un’idea tanto semplice quanto efficace a cui bisogna prestare attenzione.

Una tecnica furba che spiazza
In alcune città italiane, è stato notato qualcosa di curioso: dei piccoli segni bianchi, fatti a mano, direttamente sulle gomme delle auto parcheggiate. A prima vista sembrano un dispetto, uno scherzo da ragazzi. Ma no, c’è dietro un’idea ben precisa. Ed è tutta farina del sacco dei vigili urbani.
Il trucco è geniale nella sua semplicità: un gessetto, un segno sulla gomma e via. Quando tornano a controllare, se il segno sta ancora lì – nello stesso punto – vuol dire che la macchina non si è mossa di un millimetro. Il disco orario magari è stato aggiornato, sì, ma il veicolo è rimasto bello fermo. E questo basta per far scattare la multa. Un esempio lampante arriva da Corbetta, vicino Milano, come riporta Virgilio Motori. Un automobilista, vedendo un tratto bianco sulla sua gomma – pensava fosse sporcizia o boh, qualcosa di strano – ci ha messo un po’ a capirci qualcosa. Ma poi, a casa, la sorpresa: una multa per uso scorretto del disco orario. A quel punto tutto ha preso senso. Quel segno era la prova che l’auto era rimasta ferma.