80€ al giorno: benzina self, inserisci questa carta nel terminale e fai il pieno gratis | Non arriva mai l’addebito

Benzina e soldi (Pixabay foto) - www.vehiclecue.it

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Inserisce una carta al self e fa il pieno gratis: un gesto quotidiano si trasforma in un caso inaspettato, ecco perché.

Ogni giorno ci troviamo a fare piccole azioni che ormai diamo per scontate. Tipo mettere la carta nel lettore del distributore e avviare il rifornimento. Nessuno ci pensa davvero, è tutto così automatico. Eppure, anche quel gesto semplice, apparentemente innocente, può diventare il centro di una storia ben più particolare.

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Soprattutto se dietro si nasconde un utilizzo, diciamo così, peculiare delle risorse. Sul lavoro si crea spesso un equilibrio silenzioso, fatto di fiducia, abitudini e routine. Le aziende mettono a disposizione strumenti utili, tipo le cedole carburante aziendali, per aiutare chi è in movimento tutto il giorno.

Però può capitare che le vicende si trasformino in qualcosa di inaspettato, e che si vengano a scoprire dei “trucchi” che permettono di fare qualcosa che non si sarebbe mai pensato di poter realizzare in altre condizioni.

Viviamo in un mondo dove ogni cosa è registrata. Codici, chip, videocamere… insomma, c’è sempre qualcosa che osserva. E così, anche si pensa possa andare tutto senza problemi, spesso si lascia dietro di sé una scia digitale impossibile da cancellare.

Rifornimenti particolari

Una semplice anomalia nei conti può trasformarsi in una pista da seguire. Ed è proprio da lì che, a volte, iniziano le magagne. Ci sono persone che, magari per un’idea sbagliata di “furbizia”, si convincono che certe cose non si scopriranno mai.

Ma quando si parla di tessere aziendali, i controlli ci sono eccome. Basta un episodio fuori posto, un pieno di troppo, un orario strano… e il castello cade. Perché sì, anche un singolo rifornimento può sollevare un polverone.

Rifornimento (Pexels foto) - www.vehiclecue.it
Rifornimento (Pexels foto) – www.vehiclecue.it

La vicenda

È successo a Parma, come riporta gazzettadiparma.it, tutto è partito da una segnalazione fatta dal responsabile del personale di un’azienda del posto. Qualcosa non tornava nei registri, un’operazione di rifornimento sembrava “fuori posto”. Così, dopo aver notato l’anomalia, ha deciso di andare dai carabinieri. Da lì in poi è iniziata un’indagine vera e propria, che ha coinvolto la stazione di S. Pancrazio. Al centro della vicenda c’è un 43enne, dipendente della ditta, che avrebbe usato una cedola carburante – riservata ai mezzi aziendali – per fare il pieno alla sua auto privata. L’importo? Circa 80 euro. Non una cifra enorme, ma quanto basta per far scattare l’allarme. Il pagamento è andato a buon fine, l’addebito è finito nei conti dell’azienda e nessuno, inizialmente, si è accorto di nulla. Ma poi le cose sono cambiate.

Il punto chiave dell’indagine è stato il distributore. Anzi, più precisamente, le videocamere installate sul posto. Grazie al codice univoco della tessera e all’orario del rifornimento, i militari hanno potuto individuare con esattezza il momento in cui era stato fatto il pieno. Hanno controllato i filmati e lì, nero su bianco, c’era lui. L’auto privata, il rifornimento, tutto. A quel punto il 43enne è stato identificato e denunciato. L’accusa è stata di utilizzo indebito di tessere di pagamento.