ULTIM’ORA – Approvata la Fiat Tax: se non ne possiedi una devi pagare il nuovo canone annuale | La vogliono salvare così

Fiat e soldi (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it

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Una misura che riaccende il dibattito su industria, sostegni pubblici e rapporto tra Stato e grandi aziende.

Quando si parla di Fiat (o Stellantis, come si chiama oggi), si tocca sempre un nervo scoperto. In Italia, il legame tra questa storica casa automobilistica e lo Stato è un intreccio di interessi, memoria industriale e… parecchi soldi pubblici.

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Per decenni, Fiat è stata vista come “intoccabile”, quasi un patrimonio nazionale da proteggere a ogni costo. E anche se oggi il gruppo ha cambiato pelle, il peso di quel passato continua a farsi sentire. E anche parecchio.

Lo Stato italiano, va detto, non è mai entrato ufficialmente nel capitale dell’azienda. Ma questo non significa che se ne sia tenuto alla larga. Anzi. Nel tempo, ha erogato incentivi, cassa integrazione, fondi per stabilimenti nuovi di zecca… insomma, un sostegno costante, anche se spesso dietro le quinte.

Il paradosso? Stellantis oggi dice di non averne più bisogno, almeno formalmente, mentre continua a muoversi come se quei fondi fossero parte integrante del sistema. Durante la pandemia – e anche prima, a dire il vero – l’Italia ha continuato a versare denaro pubblico per sostenere la filiera dell’auto, giustificandolo come tutela del lavoro e del “made in Italy”. Però, c’è un però.

Tensioni crescenti

Una buona fetta della produzione è ormai all’estero, e questo ha alimentato tensioni crescenti tra politica, opinione pubblica e lo stesso gruppo automobilistico. Anche perché, diciamolo, non è chiarissimo dove finiscano questi aiuti e cosa torni davvero al Paese.

Questa situazione ha portato a una sorta di cortocircuito. Lo Stato continua a finanziare un colosso che, di fatto, non è più così italiano. E mentre Stellantis chiede altri incentivi, molti si chiedono: a che pro? I posti di lavoro calano, la produzione non decolla, e intanto le casse pubbliche si alleggeriscono. Forse è il momento – anzi, era – di rimettere sul tavolo il discorso in modo serio, prima che l’ennesima misura scateni il caos.

Soldi e auto (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Soldi e auto (Depositphotos foto) – www.vehiclecue.it

Tanti soldi pubblici, pochi vincoli chiari

Secondo quanto riportato da Il Giornale e ripreso da Calcio e Finanza, la cifra dei contributi pubblici versati a Fiat dal 1975 a oggi è da capogiro: oltre 220 miliardi di euro. Tra cassa integrazione, prepensionamenti, incentivi vari e stabilimenti finanziati con soldi statali, lo Stato italiano ha fatto da “spalla” all’azienda per mezzo secolo. Ma in cambio cosa ha ricevuto? È qui che il nodo si fa grosso.

Il problema, oggi, è che la produzione Stellantis è sempre più lontana dall’Italia. Nel 2021 sono stati licenziati quasi 8.000 lavoratori, e il livello produttivo non è ancora tornato a quello di prima del Covid. Nonostante questo, il CEO Tavares ha chiesto altri sussidi. E il ministro Urso ha fatto notare che la maggior parte degli incentivi precedenti sono finiti su auto costruite fuori dal Paese.