Targa, il ministero conferma i numeri proibiti, se hai questi codici devi richiederne una nuova in Motorizzazione

Targa auto (Canva foto) - www.vehiclecue.it
Le regole nascoste dietro i numeri e le lettere delle targhe italiane: ecco chi le decide e quali sono le combinazioni vietate.
Ogni auto che circola sulle nostre strade porta con sé un piccolo rettangolo di metallo che, a prima vista, può sembrare un dettaglio banale. In realtà, la targa è molto più di un semplice accessorio: rappresenta l’identità ufficiale del veicolo e ne accompagna la vita in ogni passaggio, dal primo giorno di immatricolazione fino a un eventuale cambio di proprietà.
Molti automobilisti sanno che senza targa non si può viaggiare, ma pochi conoscono davvero come funziona l’assegnazione delle combinazioni. Il sistema attuale, con le sequenze di lettere e numeri, è frutto di regole precise che stabiliscono chi le rilascia e come vengono gestite. Ogni dettaglio è stabilito a livello centrale e nessuna combinazione nasce per caso.
Dietro quelle lettere nere su fondo bianco si nasconde un lavoro complesso che coinvolge istituzioni, tipografie specializzate e una normativa europea. Ogni fase del processo è pensata per garantire che non ci siano duplicazioni o confusioni, anche quando si raggiungono numeri altissimi di immatricolazioni.
Col tempo, il formato delle targhe è cambiato più volte, abbandonando le sigle provinciali in favore di un sistema uniforme valido per tutto il territorio nazionale. Quella che sembra una scelta puramente estetica è stata in realtà una decisione strategica per ampliare le possibilità di combinazioni e gestire meglio l’aumento del parco circolante.
Un sistema pensato per durare
Le targhe oggi in uso rispettano il regolamento europeo CE n. 2411/98 e vengono prodotte con caratteristiche tecniche standardizzate. La stampa è affidata all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, nello stabilimento di Foggia, da dove partono i lotti distribuiti agli uffici della Motorizzazione.
La combinazione segue lo schema AA000AA, con le cifre che avanzano progressivamente fino a esaurire le possibilità e successivamente le lettere. In questo modo si garantisce una sequenza continua che permette di arrivare a centinaia di milioni di targhe disponibili. Come ricorda la Gazzetta, al momento siamo già molto avanti con le lettere iniziali, segno di quanto il sistema sia in costante evoluzione.

Le lettere escluse dalle combinazioni
Per evitare errori di lettura e possibili confusioni, non tutte le lettere dell’alfabeto sono utilizzabili nelle targhe italiane. Alcuni caratteri, infatti, possono essere facilmente scambiati con numeri o altre lettere, creando difficoltà sia agli automobilisti che agli organi di controllo.
Ecco perché, fin dall’introduzione del nuovo formato nel 1994, sono state eliminate le vocali I, O e U e la consonante Q. Questa scelta ha comunque lasciato a disposizione oltre 234 milioni di combinazioni, un numero sufficiente per coprire l’attuale fabbisogno nazionale. In altre parole, le targhe che vediamo ogni giorno sono il risultato di un equilibrio studiato tra chiarezza, sicurezza e disponibilità di sequenze.