Incubo al distributore di benzina: torna la truffa del gasolio, propulsori distrutti in 1 secondo | Questo marchio ti avvelena il motore

Benzinaio e truffa (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Un normale rifornimento si trasforma in una trappola costosa: diversi automobilisti ritrovano l’incubo per il gasolio.
Di solito fare benzina è una di quelle cose che fai senza nemmeno pensarci troppo. Ti fermi, scegli la pompa, riempi il serbatoio e via. Un gesto quotidiano, quasi meccanico, che dovrebbe garantire solo una cosa: ripartire. E invece, a volte, quello che sembra un normale pit stop può trasformarsi in un pasticcio colossale…
Chi viaggia spesso, soprattutto attraversando più paesi, lo sa bene: non tutti i distributori sono uguali. Ci si affida a un’insegna nota, si spera nella fortuna e si prosegue. Ma quando qualcosa va storto – e non parliamo di qualche centesimo in più sul prezzo al litro – ti ritrovi catapultato in una situazione assurda da cui è difficile uscirne senza danni.
Il problema è che non esiste un modo per capire davvero che cosa stai mettendo nel serbatoio. Sì, ok, ci sono le etichette, le specifiche, i loghi rassicuranti… Ma se la pompa eroga un liquido “strano”, chi lo scopre è sempre e solo il motore. E a quel punto, il danno è fatto.
Sui social ormai se ne leggono parecchie. Recensioni, sfoghi, racconti surreali che però si somigliano fin troppo. Certo, qualcuno esagera o fa confusione, ma quando più persone segnalano lo stesso tipo di problema nello stesso posto, magari vale la pena farsi qualche domanda in più.
Una fermata al volo… e il viaggio cambia direzione
Come riporta www.tio.ch, il protagonista di questa brutta avventura è un uomo svizzero, 36 anni, che stava andando in Croazia. Si ferma per un pieno veloce alla stazione Esso Fratta Sud di Portogruaro, in provincia di Venezia. Totale: 102 euro e spicci. Ma pochi minuti dopo, mentre è di nuovo in marcia, l’auto comincia a dare segni di cedimento: si accende una spia e il motore perde potenza.
Panico. Fa trainare la macchina in un’officina lì vicino e aspetta la diagnosi. Il responso è da brividi: il serbatoio era pieno d’acqua, non di gasolio. Risultato? Quasi 1.200 euro in riparazioni tra carro attrezzi, filtri nuovi e smaltimento del liquido contaminato. E ora pretende – giustamente – che il distributore si faccia carico dei costi. Se non riceverà risposta entro dieci giorni, ha detto che andrà per vie legali. Ma non finisce qui.

Una trappola che ha colpito più di una volta
Il punto è che non è affatto il primo a vivere un’esperienza simile. Basta dare un’occhiata alle recensioni su Google della stessa stazione: ci sono diversi commenti, anche vecchi di mesi o anni, che raccontano lo stesso identico copione. Gente che fa il pieno e resta a piedi poco dopo. Spie che si accendono, auto che si bloccano, viaggi rovinati. E tutti parlano chiaro: “Evitatelo”, “truffa”, “benzinaio da denuncia”.
Contattata dalla redazione di 20 Minuten, Esso Italia si è tirata fuori dalla questione. Ha detto che le stazioni sono gestite da terzi, quindi non tocca a loro rispondere. Ma il bello è che il numero della stazione indicato su Google… non esiste. Il Touring Club Svizzero conferma che l’acqua nel gasolio è una cosa rarissima, ma in questo caso le testimonianze fanno pensare a un problema serio.