Pneumatici, da oggi devi mettere i TAPPINI VERDI: con 50 centesimi dirai addio al gommista | Dovrà cercarsi un altro lavoro

L'obbligo dei tappi verdi (Canva-Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Questo elemento sarà obbligatorio per tutti gli automobilisti. Ma i risultati saranno drasticamente migliorati
Quando si montano gli pneumatici sul proprio veicolo è necessario attenersi ad una serie di obblighi, indispensabili ai fini della sicurezza che gli stessi assicureranno al mezzo e ai suoi occupanti nel corso della circolazione su strada.
Dal punto di vista della stagionalità è indispensabile attenzionare l’obbligo che impone di possedere, indipendentemente se montati o in dotazione a bordo del mezzo, catene o pneumatici invernali a bordo, a partire dal 15 Novembre fino al successivo 15 Aprile.
Il battistrada possiede un valore minimo che è correlato alla profondità, necessario da rispettare onde evitare una scarsa aderenza degli pneumatici sul terreno, e dunque una maggior difficoltà nella conduzione del mezzo: 1,6 mm è il limite al quale attenersi.
Sul libretto di circolazione è presente anche la dicitura che conferma l’omologazione degli pneumatici, che in caso contrario saranno severamente vietati nella montatura e nella circolazione. Sul documento dovranno, perciò, essere presenti dati quali misure, indice di velocità e codici di carico.
Un accessorio indispensabile
Sugli pneumatici devono obbligatoriamente essere inseriti i tappi verdi, in modo da indicare che le gomme siano state gonfiate impiegando l’azoto e non l’aria atmosferica, come convenzionalmente accade. Questa caratteristica offre numerosi vantaggi, innanzitutto dal punto di vista degli automobilisti, che potranno fare affidamento su pneumatici capaci di perdere la propria pressione in modo decisamente rallentato, non obbligando i proprietari dei veicoli ad attenzionare con frequenza lo stato dell’auto o procedere a operazioni manutentive eccessivamente ravvicinate.
Inoltre, grazie alla presenza dell’azoto anche l’usura degli pneumatici risulterà essere più uniforme, se comparato ad uno stesso strumento gonfiato con aria convenzionale: in una simile circostanza, infatti, la pressione sarà costretta a variare a seconda della temperatura dello penumatico al ribasso quando l’auto non viene utilizzata o caratterizzata da picchi di aumento nel corso del movimento, il che comporta una variazione dell’usura degli pneumatici, conducendo, ad esempio, all’obbligo di sostituzione di uno molto prima rispetto all’altro.

I benefici e le criticità
La pressione risulterà essere decisamente più uniforme, data l’influenza non così determinante esercitata dalle variazioni di temperatura, ottenendo risultati significativamente equilibrati. Tuttavia, è opportuno evidenziare anche i pochi ma sempre presenti punti a sfavore rispetto all’opzione costituita dall’azoto. A partire dalla spesa leggermente più elevata che bisognerà sostenere rispetto all’aria convenzionale – parliamo ad un ammontare compreso tra i 3 e i 5 euro -. Nel territorio italiano, comunque, esistono soltanto poche stazioni di servizio in grado di erogare la possibilità di gonfiaggio con azoto, obbligando gli automobilisti stessi ad affidarsi perlopiù a officine specializzate.
La durata generica di uno pneumatico gonfiato con azoto arriva fino ai quattro mesi, al massimo, ma esiste la possibilità di miscelare la sostanza con l’aria in casi di emergenza, ossia quando avrebbero necessità di essere gonfiati ma non dovessero trovarsi nelle vicinanze centri specializzati con azoto a disposizione, con necessità di tenere conto di quanto la miscela porti ad una perdita inevitabile dei benefici che il solo azoto può comportare, come quelli legati alla maggior uniformità del consumo del battistrada. Lo scrive El Economista.