“Non ne sapevo nulla” “Non ce ne importa”: da oggi la colpa è tutta tua, scatta l’incauto affidamento | Presti l’auto e ti massacrano

Uomo piange alla guida (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it

Uomo piange alla guida (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it

Prestare l’auto può sembrare innocuo, ma la legge pretende prove concrete: senza cautele specifiche, la responsabilità resta al proprietario.

Prestare le chiavi della macchina a qualcuno, magari solo per una commissione veloce o per fare un favore, sembra un gesto banale, no? Eppure, dietro questa abitudine innocente può nascondersi una valanga di problemi legali.

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Spesso non ci pensiamo, soprattutto quando si tratta di familiari o colleghi di fiducia, ma la legge potrebbe vederla diversamente… e pure in modo parecchio severo. Di solito si dà per scontato che la responsabilità per un’infrazione ricada su chi è effettivamente alla guida. Beh, sorpresa: non sempre è così.

In alcuni casi, il proprietario dell’auto può essere ritenuto responsabile, anche se non era presente al momento della violazione. Sì, anche se l’auto è stata presa “di nascosto”. Questo succede più spesso di quanto immaginiamo, specialmente in ambito lavorativo.

Il concetto di responsabilità in solido non è una novità, ma il modo in cui viene applicato può risultare, diciamo, un po’ spiazzante. La giurisprudenza è piena di sentenze dove chi possiede l’auto ha dovuto pagare multe e sanzioni anche senza aver mai messo piede sul sedile del conducente.

Quando la prudenza da sola non ti salva

Nel caso analizzato dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 20072/2016), il proprietario di un veicolo aziendale si è visto attribuire la responsabilità per alcune infrazioni commesse da un collaboratore occasionale. Questo tizio aveva preso l’auto e girato tranquillamente, nonostante mancassero sia l’assicurazione che la revisione. Il proprietario? Pensava di essere tranquillo perché aveva lasciato le chiavi chiuse in ufficio. Ma non è bastato.

La Corte ha detto chiaramente che non basta una precauzione generica, tipo lasciare le chiavi nel cassetto o non rinnovare l’assicurazione, per dimostrare che non si voleva far usare l’auto. Serve qualcosa di più concreto, come… ehm, adesso mi sfugge la parola… ecco, comportamenti specifici e dimostrabili, che mostrino la reale intenzione di vietare l’uso del veicolo. Altrimenti, il rischio è che la responsabilità cada tutta sul proprietario.

Auto e chiavi (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Auto e chiavi (Depositphotos foto) – www.vehiclecue.it

Quello che cambia le carte in tavola

La sentenza pone in essere un principio chiave: se presti l’auto – o lasci che qualcuno possa accedervi facilmente – potresti ritrovarti nei guai, anche se non eri al volante. Si parla di incauto affidamento, e non è uno scherzo. I giudici hanno stabilito che, se non dimostri chiaramente di aver impedito l’uso del mezzo, le sanzioni ti toccano comunque. E no, non basta dire “non gliel’ho data io”.

Il cuore della questione è la prova contraria: per evitare di essere coinvolti, bisogna fornire elementi concreti, documentati e coerenti che mostrino la volontà esplicita di vietare l’uso del veicolo. Se questi mancano, non importa quanto tu sia in buona fede, la legge ti considera comunque responsabile.