Taxi, da settembre approvate le nuove tariffe: 1.000€ per un giretto in centro | Torni a casa depredato

Tariffe taxi in folle aumento (Canva-Shutterstock foto) - www.vehiclecue.it
Cifre a tre zeri per nemmeno 2 chilometri di percorrenza. Ci troviamo ad affrontare impegni e difficoltà senza precedenti
Il sentimento popolare si è più volte soffermato sulle tariffe necessarie anche soltanto per fruire di una corsa con taxi. Questo servizio, spesso indispensabile quando ci si trova nelle grandi città, viene visto con occhio sempre più critico per via dell’aumento dei prezzi correlati.
La regolamentazione delle tariffe è da attribuire direttamente ai Comuni, pur restando allineati ai criteri definiti dal Ministero dei Trasporti, che valgono univocamente, al fine di armonizzare le direttive comunali.
Generalmente la quota di partenza si aggira tra i 3 e i 6 euro, con supplementi sul prezzo iniziale in base, ad esempio, al periodo dell’anno in cui si fruisce del servizio, oppure se la corsa viene richiesta durante le ore serali o notturne.
Inoltre, il prezzo aumenta o per chilometro percorso o per minuto trascorso all’interno dell’abitacolo, con possibilità di vedersi addebitato un sovrapprezzo rispetto alla cifra indicata se si trasportano bagagli voluminosi, animali domestici o se si compiono tratte specifiche, come quelle che conducono a stazioni ferroviarie o aeroporti.
Una circostanza dai folli connotati
Come riportato dal quotidiano svizzero Tio, ad aver recentemente fatto discutere è stata la corsa richiesta da una turista neozelandese in vacanza in Croazia, che soltanto al suo rientro in Oceania si sarebbe resa conto del sovrapprezzo al quale la tradizionale tariffa era stata soggetta. La donna si trovava a Zagabria, secondo quanto indicato da Jutarnji List, necessitata nel chiamare una corsa per compiere un tragitto sviluppato per circa 1,5 chilometri, massimo 1,6, partendo dalla stazione centrale, fino a raggiungere il centro cittadino, a fronte di una cifra che si sarebbe, con il senno di poi, rivelata a dir poco folle. 1.506 euro di addebito, scoperti al momento del ritorno a casa.
Il tassametro, infatti, già segnava una cifra non di certo limpida ed economica, pari a 185 euro, con successivo sconto a “soli” 150 da parte del tassista, a seguito delle lamentele espresse dalla donna. E come è possibile che la turista non si sia minimamente resa conto della truffa che le è stata tesa nell’immediato, apprendendolo solo in un secondo momento? Ciò è avvenuto perché il tassista si è servito di un collega per leggere la carta ed effettuare la transazione, senza che la donna potesse effettivamente vedere l’importo inserito sul lettore.

La reazione della turista e le conseguenze per il “truffatore”
Al termine della vacanza, l’amara scoperta, immediatamente seguita da una denuncia, esposta direttamente attraverso gli organi dell’ambasciata croata. E’ così che il caso scoppia mediaticamente in tutta Zagabria, con il tassista che, probabilmente sentitosi messo alle strette, avrebbe proceduto a restituire 1.350 euro dalla cifra complessivamente incassata, giustificandosi affermando di aver commesso un errore involontario.
Il quotidiano croato, tuttavia, già racconta di indagini in corso nei confronti del tassista: l’accusa sarebbe, però, soltanto quella di evasione fiscale, unicamente data la mancata emissione di ricevute stampate a seguito della transazione. E per il prezzo da capogiro? Nulla da fare per la giustizia, considerando come nel Paese non esista una regolamentazione univoca volta a disciplinare limiti sui prezzi delle corse, lasciando l’onere ai tassisti stessi che, di fatto, hanno la possibilità di spillare ai turisti sempre qualcosina in più rispetto a quanto la tariffa richiederebbe effettivamente.