Controesodo, introdotta dal governo la nuova tassa: più inquini e più paghi | Il meccanismo perverso al casello

Traffico e soldi (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Nel pieno del controesodo, si diffonde una nuova notizia sui pedaggi autostradali: ecco cosa cambia davvero (e cosa no).
Settembre si avvicina e con lui il rientro in massa dalle vacanze. Tra valigie ammassate, bambini stanchi e navigatori che segnalano “traffico intenso per 120 km”, l’autostrada si trasforma in un enorme fiume di lamiere. Ma oltre al traffico e al caldo, c’è un altro pensiero che affligge gli automobilisti: i pedaggi.
Perché sì, ogni anno sembra che qualcosa cambi, e non sempre in meglio. La sensazione di pagare di più è familiare a chiunque guidi da qualche anno. Ma a conti fatti, come si calcola davvero quel costo che ci viene addebitato al casello?
Tipo di veicolo, distanza percorsa, tratto pianeggiante o montano e società concessionaria: sono questi gli elementi che incidono sulla cifra finale. Nessuna sorpresa, almeno in teoria. Nel tempo, con l’arrivo del Telepass e delle app per il pagamento automatico, tutto è diventato più semplice.
Ma la semplificazione spesso nasconde una scarsa consapevolezza: molti automobilisti non sanno nemmeno cosa stanno pagando esattamente. Così, quando circola una nuova notizia su possibili rincari o modifiche alle regole, la reazione è sempre la stessa: confusione e rabbia.
Nuove notizie
In mezzo a tutto questo, bastano pochi post sui social per accendere il panico. E proprio in questi giorni, in pieno controesodo, una voce ha iniziato a circolare con insistenza: “Adesso il pedaggio lo paghi in base a quanto inquini!”.
Secondo diverse testate e post online, il governo avrebbe introdotto una nuova tassa sul pedaggio che penalizza chi guida veicoli inquinanti. L’idea, in apparenza, suona moderna e ambientalista: più inquini, più paghi. Ma è davvero così?

La verità sulla questione
Ma a un’analisi più attenta, questa affermazione non trova alcun riscontro nei fatti. Come chiarito anche da fonti come TCEmagazine e Attualita.it, la notizia si è rivelata infondata: si tratta di una bufala. Il sistema di pedaggio autostradale italiano continua a basarsi sui criteri di sempre: classe del veicolo (in base alle dimensioni), distanza percorsa e tratto autostradale.
Nessun legame con il livello di inquinamento del mezzo, né con la tipologia di alimentazione (diesel, benzina, ibrido o elettrico). Insomma, nessuna “tassa ecologica” è stata introdotta per chi rientra dalle ferie in auto. L’unico aumento reale registrato è quello del +2,3% sui pedaggi, entrato in vigore il 1° gennaio 2024, come previsto dalla NADEF e come riporta rattiauto.it. Una variazione legata all’inflazione, non all’ambiente.