Bollo auto, nuova coltellata a tutti gli automobilisti: lo pagheremo 77€ in più | Devastante è dire poco

Rincaro sul bollo auto (Canva-Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Un’ulteriore imposta a gravare sulle tasche dei consumatori italiani? I cittadini non ne possono più. Quale altra spesa dovranno sostenere?
Quando si parla di bolli si fa riferimento ad imposte, generalmente caratterizzate da una cifra non eccessivamente dispendiosa, che vanno a seguire atti ufficiali, quali certificati o documenti fiscali.
La domanda che potrebbe sorgere spontanea ai più riguarda l’effettivo “perché“, in merito alla presenza di queste tasse. L’obiettivo, inserendo tali imposte, è quello di certificare il riconoscimento legale delle operazioni ufficiali che le stesse accompagnano.
Gli automobilisti, per esempio, hanno necessità di versare il pagamento relativo al bollo auto, tassa di possesso che chiunque possieda un veicolo, indipendentemente dall’effettivo utilizzo dello stesso è chiamato a pagare.
La tassa si rinnova annualmente e il suo importo varia a seconda di determinati fattori, come la classe ambientale di appartenenza del veicolo, la potenza del motore, generalmente espressa in kW, ma anche l’alimentazione del mezzo, e non soltanto.
Portafogli ancor più soggetti al carico
Il Governo Meloni ha confermato l’introduzione di una tassa aggiuntiva, di un nuovo bollo, che a onor del vero era già stato precedentemente annunciato nel 2024 e che andrà a colpire una specifica categoria di lavoratori. Stiamo parlando di un contributo dal valore di 2 euro, che andrà ad applicarsi a tutti i movimenti di fatture elettroniche superanti i 77,40 euro, ma che non risultano essere soggette a IVA. Sebbene sia tra le facoltà dei commercianti la scelta di addebito o meno del bollo nei confronti del cliente, gli stessi venditori dovranno necessariamente procedere al pagamento del bollo nei riguardi dell’Agenzia delle Entrate.
Le imprese e i professionisti di tutta Italia, investiti da questa novità, accolta, c’è da dirlo, in modo non particolarmente entusiasta, puntano il dito sul processo di digitalizzazione, come poi sarebbe stato chiarito dal Governo stesso: è il processo che sta portando alla tecnologizzazione della quotidianità di ciascun cittadino ad aver imposto tale obbligo ai commercianti, in quanto lo stesso dovrebbe, almeno teoricamente, andare a semplificare la burocrazia fiscale.

Criticità evidenti e palesate
D’altra parte, non si può ignorare come le scadenze e gli obblighi sui quali mantenere un occhio attento siano aumentati, così come la difficoltà complessiva nella gestione delle proprie attività, che sia relativamente a professionisti o aziende. Le scadenze sono fissate ad ogni trimestre, con termine massimo disposto al 15 del mese successivo ai tre: chi dovesse dimenticarsi di procedere al pagamento sarà inevitabilmente soggetto ad una serie di sanzioni particolarmente severe, di certo non da sottovalutare.
Sebbene il Governo sia fermamente convinto delle decisioni sino ad ora intraprese, le polemiche non accennano a volersi placare tra consumatori ed esercenti, che sembrano non essere pienamente entusiasti, o almeno non seguendo le basi gettate dall’amministrazione Meloni, circa il futuro digitale, maggiormente semplificato, verso il quale si starebbe andando in contro. A riportarlo è La Gazzetta di Viareggio.