Patente, l’annuncio di Salvini: dopo questa età va riconsegnata alle autorità | Pensionati, vi aspettano in prefettura

Anziani alla guida (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Regole di guida in cambiamento: il nuovo dibattito sull’età, tra sicurezza stradale e libertà di movimento personale.
Negli ultimi mesi, il tema della sicurezza stradale è tornato sotto i riflettori. Non si tratta solo di tabelle e statistiche: dietro ai numeri ci sono episodi, esperienze e domande che riguardano tutti. Quanto incide l’età del conducente nella riduzione degli incidenti? C’è chi la considera una questione di prudenza, e chi invece la interpreta come una prova di libertà personale. È qui che la discussione diventa particolarmente accesa.
A riportare la questione in primo piano sono stati, purtroppo, alcuni episodi recenti che hanno destato più di una preoccupazione. In diversi casi, è emerso come riflessi e capacità di concentrazione al volante possano… diciamo così… modificarsi con il passare degli anni. Ma allora, conviene fissare limiti anagrafici precisi o sarebbe meglio puntare su verifiche mirate, legate allo stato di salute piuttosto che alla data di nascita?
Guardando oltreconfine, il quadro è variegato. Ci sono nazioni che richiedono esami più frequenti dopo una certa età, mentre altre preferiscono orientarsi su controlli medici specifici e aggiornamenti di guida periodici. Nessuna regola universale, il che dimostra quanto la questione sia tutt’altro che semplice.
Non si tratta, però, di un tema che tocca solo chi si mette al volante. Intere famiglie, piccoli centri e quartieri periferici si affidano all’auto per restare collegati al resto del territorio. Per molti, rinunciare alla patente significa rinunciare a una parte di autonomia. Allo stesso tempo cresce l’urgenza di garantire maggiore sicurezza, soprattutto nei tratti più pericolosi o nei contesti urbani soffocati dal traffico.
Le reazioni e il nodo più delicato
Come prevedibile, le prese di posizione non si sono fatte attendere. Gabriele Melluso di Assoutenti ha ribadito che “muoversi liberamente è un diritto fondamentale”, proponendo controlli periodici basati su criteri medici chiari e aggiornati, invece di limiti fissi legati solo all’età. Carmelo Barbagallo della Uilp, dal canto suo, invita ad analizzare i dati e coinvolgere le parti sociali prima di qualsiasi modifica normativa.
Le rilevazioni Istat e Aci, riportate da ANSA, delineano comunque un quadro evidente: nel 2024, il tasso di mortalità stradale più alto si registra nella fascia 85-89 anni, con 103,8 vittime ogni milione di abitanti, seguita – inaspettatamente – dai giovani tra i 20 e i 24 anni. Numeri che alimentano il dibattito su come conciliare sicurezza e libertà senza cadere in discriminazioni generazionali.

Una proposta che divide subito l’opinione pubblica
In queste settimane, come segnalato anche da Virgilio.it, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha annunciato di valutare un intervento sulle regole per il rinnovo della patente oltre una certa età. In un’intervista a Rtl 102.5, ha sottolineato che non si tratta di impressioni, ma di “dati concreti” sull’aumento di incidenti che coinvolgono conducenti anziani.
Anche il Pd è tornato sull’argomento: Anthony Barbagallo, capogruppo in Commissione Trasporti, ha rilanciato una proposta già discussa in passato, ovvero l’obbligo per chi raggiunge gli 80 anni di ripetere sia la prova teorica sia quella pratica per mantenere la patente. L’idea era stata respinta in precedenza, ma ora potrebbe riemergere come opzione concreta.