“Ero solo andato a pescare”: 12.000€ al posto di blocco se trovano questo sacchetto | Ti squartano vivo

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Pesca multa (Canva foto) - www.vehiclecue.it

Divieto severo: multe, revoca dell’autorizzazione e allontanamento dal progetto per chi viola le norme sulla pesca.

Un gesto che in passato poteva sembrare innocuo, come raccogliere qualche riccio durante una giornata al mare, oggi può trasformarsi in un problema serio. In Puglia, un’attività legata a tradizione e sapori locali è ora al centro di una regolamentazione rigida, capace di cambiare il destino di chi la pratica senza rispettare le regole. Le cifre in gioco e le conseguenze previste non lasciano margine di leggerezza.

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L’aria è cambiata: dietro al semplice atto di immergersi e prendere ricci di mare si cela oggi una legge che non ammette sconti. Anche chi lo fa per passione o in modo saltuario rischia di imbattersi in sanzioni pesanti. Il timore di un richiamo è stato sostituito dalla certezza di una punizione concreta, pensata per colpire duramente chi ignora il divieto.

A rendere la questione ancora più incisiva, c’è la prospettiva della revoca immediata dell’autorizzazione alla pesca subacquea professionale, con un blocco di tre anni prima di poterla riottenere. Un provvedimento che non si limita a colpire il portafoglio, ma incide sulla possibilità di continuare a lavorare nel settore. È un messaggio chiaro: la tutela del mare passa attraverso regole precise e controlli serrati.

Qui non c’è alcuna minaccia fisica, bensì una legislazione severa e mirata a salvaguardare una risorsa naturale messa a rischio da anni di sfruttamento. Il brivido non nasce da scene di cronaca nera, ma dalla consapevolezza delle conseguenze concrete.

Misure stringenti per proteggere il mare

Come riporta Quotidianodipuglia, sono state definite le direttive di attuazione della legge regionale n. 6/2023, che introducono le sanzioni per il divieto di raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e vendita dei ricci di mare. A sette mesi dall’entrata in vigore, la norma trova così la sua applicazione pratica, rafforzando il messaggio di protezione dell’ecosistema marino.

Le violazioni prevedono multe da 2.000 a 12.000 euro, ma la parte più incisiva riguarda gli effetti collaterali: la revoca immediata dell’autorizzazione professionale, con impossibilità di rinnovo per tre anni, e l’esclusione dai progetti di monitoraggio e recupero ambientale, inclusa la risoluzione dei contratti con l’Agenzia Agris.

Ricci
Ricci divieto (Canva foto) – www.vehiclecue.it

Quando la multa non è la parte peggiore

Chi infrange il divieto non solo si trova di fronte a un esborso economico rilevante, ma vede interrompersi di colpo la propria attività professionale. Perdere la licenza significa restare fermi per anni, con inevitabili ricadute economiche e lavorative, oltre a un danno d’immagine difficile da recuperare.

A ciò si aggiunge l’allontanamento dai progetti ambientali, un’esclusione che priva i professionisti di opportunità di collaborazione e visibilità nel settore. In pratica, la nuova legge non si limita a punire chi sbaglia, ma chiude le porte a qualsiasi possibilità di rientro rapido, spingendo chi opera nel mare a scegliere con attenzione le proprie azioni.