Crollo dei profitti Porsche: -67% nei primi sei mesi del 2025, pesa il mercato cinese

Illustrazione del logo della Porsche (Pixabay FOTO) - vehiclecue.it

Illustrazione del logo della Porsche (Pixabay FOTO) - vehiclecue.it

Purtroppo, il mercato cinese è stato determinante in questa decrescita. Porsche ha registrato un crollo dei profitti notevole.

In un momento storico particolarmente turbolento per il settore automobilistico, Porsche AG ha annunciato una manovra strategica piuttosto decisa, nel tentativo di affrontare le difficoltà globali che stanno pesando non poco sui suoi conti. A rendere tutto più complicato sono le dinamiche macroeconomiche e le tensioni geopolitiche, che hanno inciso fortemente sui risultati del primo semestre del 2025, come riportato dal comunicato stampa della Porsche Newsroom. In questo scenario, la casa automobilistica ha deciso di accelerare il proprio piano di ristrutturazione interna.

Il piano è ambizioso e punta a ricalibrare radicalmente l’organizzazione: tra i principali obiettivi figurano una rimodulazione della scala produttiva e un portafoglio prodotti più flessibile. Nonostante le difficoltà, non mancano segnali positivi, come le vendite record raggiunte in Nord America e nei mercati emergenti. Un altro elemento che lascia ben sperare è la quota di veicoli elettrificati in Europa, arrivata al 57%, oltrepassando il target fissato in occasione dell’IPO.

Tuttavia, le cifre parlano chiaro. Porsche ha dovuto registrare oneri straordinari per circa 1,1 miliardi di euro. Questi includono costi legati all’attività sulle batterie, alle tariffe imposte dagli Stati Uniti e, ovviamente, alla riorganizzazione in corso. Il risultato? Un utile operativo che scende a 1,01 miliardi di euro, a fronte dei 3,06 miliardi registrati nello stesso periodo del 2024.

I vertici aziendali si dicono comunque fiduciosi. Il CEO Oliver Blume sottolinea come il mondo stia cambiando a una velocità imprevista, e per questo è fondamentale ripensare radicalmente il marchio. Gli fa eco il CFO Jochen Breckner, che punta tutto su una maggiore solidità finanziaria e sulla resilienza dell’impresa nel medio-lungo periodo.

—>

Un primo semestre in salita

Come riportato dal comunicato della Porsche Newsroom, il primo semestre 2025 si chiude, dunque, con numeri in forte calo per Porsche. I ricavi del gruppo sono scesi a 18,16 miliardi di euro rispetto ai 19,46 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’utile operativo si è contratto del 67%, fermandosi a quota 1,01 miliardi. Anche il margine operativo ha subito una flessione notevole, passando dal 15,7% al 5,5%.

Il contesto non è dei più semplici. Le vendite nel segmento premium in Cina sono crollate, le tariffe d’importazione negli Stati Uniti hanno inflitto un colpo pesante, e la transizione verso la mobilità elettrica sta avanzando più lentamente del previsto. Per compensare, l’azienda ha messo in campo una serie di misure straordinarie, tra cui spese di ristrutturazione per 200 milioni, investimenti nelle batterie per 500 milioni e copertura dei dazi USA per altri 400 milioni.

Illustrazione di una Porsche (Pixabay FOTO) - vehiclecue.it
Illustrazione di una Porsche (Pixabay FOTO) – vehiclecue.it

I numeri veri del bilancio e le contromisure ufficiali di Porsche AG

A ciò si aggiunge una diminuzione del cash flow netto del settore automotive, sceso a 394 milioni di euro dai precedenti 1,12 miliardi, con un margine che cala dal 6,3% al 2,4%. Sul piano commerciale, Porsche ha consegnato 146.391 veicoli nel mondo, con il Macan come modello più venduto (45.137 unità). I veicoli elettrificati rappresentano il 36,1% del totale, di cui il 23,5% full electric e il 12,6% ibridi plug-in.

Dal punto di vista industriale, si segnala l’espansione della produzione di celle agli ioni di litio ad alte prestazioni in Germania, grazie alla consociata V4Smart. Non mancano i successi sul fronte sportivo: Porsche ha vinto sia il titolo costruttori che quello team in Formula E, oltre a brillare a Le Mans con una vittoria di classe e un secondo posto assoluto. Sul piano delle previsioni, nonostante l’accordo sui dazi tra UE e USA, la società prevede per il 2025 ricavi tra i 37 e i 38 miliardi, con un ritorno operativo tra il 5% e il 7%.