Smonta il primo motore elettrico delle sua vita e capisce che non può più tornare indietro | Il meccanico dovrà reinventarsi un mestiere

Motore elettrico (Canva-Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
In che modo la presenza sempre più espansa dell’elettrico potrà influire sulle professioni connesse ai motori a combustione?
A livello globale l’intero ambito dell’automotive si trova ad affrontare una sfida realmente ambiziosa, che per il bene dell’ambiente e del nostro Pianeta nel suo insieme mira a sostituire in modo drastico e definitivo le automobili a combustione.
In che modo? Favorendo la diffusione dei modelli elettrici, in grado di migliorare in modo drastico la sostenibilità ambientale, producendo un quantitativo complessivo di emissioni inquinanti drasticamente ridotto rispetto ai livelli attuali.
Il problema della diffusione dei gas serra, tra i quali spicca soprattutto l’anidride carbonica (CO2), attanaglia la società moderna, soprattutto nell’ambito della sostenibilità, ergendosi a priorità necessaria da risolvere.
Inoltre, rispetto ai motori termici le batterie elettriche sarebbero in grado di garantire un’efficienza energetica di gran lunga incrementata rispetto alle correnti opzioni a combustione.
Tutto sta per cambiare
In molti continuano ad affidarsi al motore endotermico, che si basa a sua volta sulla cooperazione tra quattro sistemi diversi, vale a dire quello di alimentazione, di lubrificazione ,di raffreddamento e di trasmissione. La maggior parte delle case automobilistiche, però, risultano ora essersi allargate verso il Valore Aggiunto, che figurando come non particolarmente elevato nel merito dei sistemi propulsivi, necessità di essere compensato con la produzione di modelli di alta gamma, dotati, dunque, di carrozzerie di lusso, incrementando proprio il Valore Aggiunto di ogni singolo veicolo, vanti questo motorizzazione tradizionale o elettrica.
Ad esempio, attenendoci proprio all’esempio delle auto che non sfruttano la combustione, è possibile attenzionare come i pacchi batteria delle auto capaci di raggiungere il 25% del valore di un’auto elettrica non vengano quasi mai prodotti dalle case automobilistiche tradizionali, limitando il Valore Aggiunto esclusivamente alle linee di produzione, con una conseguente diminuzione del costo dei pacchi di batteria, considerando che, attenendoci ai dati riportati da BNEF (Bloomberg New Energy Finance) il prezzo medio delle batterie al litio sia passato da 780 dollari per kWh del 2013 ai soli 139 dollari per kWh appena un decennio dopo.

Il processo di transizione
Le reti di assistenza agli autoveicoli, note nel gergo come “aftermarket” risulteranno essere impattate in modo significativo dal processo di transizione verso l’elettrico che ci troviamo correntemente ad affrontare: ciò significa che oltre un centinaio di migliaia di lavoratori correntemente impiegati presso officine di autoriparazione, obbligati inevitabilmente a reinventarsi, come ad esempio potrà avvenire nel caso specifico degli elettrauti, che potrebbero dirottare le proprie abilita verso ambiti quali l’elettronica di potenza e i software.
Il medesimo spauracchio assale anche i benzinai, considerando che il numero di soggetti preposti all’esecuzione di tali operazioni risulta essere superiore addirittura ai 50.000, in grado di produrre un fatturato annuo pari a circa 31 miliardi di euro: l’unica possibilità per tali soggetti è rappresentata dalla conversione delle proprie stazioni in punti di ricarica elettrici. A scriverlo QualEnergia.