Guidare oltre queste ore configura reato penale: la Cassazione conferma tutto | Proibitissimo dal cds

Guida e reato (Canva-Freepik foto) - www.vehiclecue.it
I furbetti continuano a tentare di eludere questa disposizione, ma il CdS non ci va certamente leggero: conseguenze pesanti
In cima alla lista degli organi di giustizia ordinaria italiani presenzia al Corte di Cassazione, le cui funzioni risultano essere indispensabili nell’ambito della più corretta interpretazione ed applicazioni delle Leggi.
Il principale ruolo svolto è quello relativo alla nomofilattica, ossia, per l’appunto, assicurare che la Legge risulti essere uniformemente interpretata nell‘intero territorio nostrano.
Le sentenze dei tribunali inferiori devono necessariamente subire una valutazione da parte della Cassazione, al fine di certificare che le stesse siano state emesse nel pieno rispetto delle norme vigenti.
Inoltre, alla sua attenzione possono essere presentati ricorsi, dal punto di vista delle parti che ritengono di esser state vittima di una malinterpretazione di una Legge e di un conseguente giudizio errato espresso nei loro confronti.
Il fatto
Tra le violazioni del Codice della Strada che costituiscono, oltretutto, un reato, figura anche l’alterazione del cronotachigrafo dei camion. A confermarlo è stata la Corte di Cassazione, che attraverso l’emissione della sentenza numero 16471 del 2 maggio 2025 ha condannato un camionista reo di aver commesso proprio questa inosservanza, manomettendo il dispositivo.
Il guidatore, al volante di un autoarticolato, era stato sorpreso addirittura nel 2019 a Vasto, in Abruzzo, ed era immediatamente stato inquisito per via della presenza di un magnete, volto proprio ad alterare il cronotachigrafo. La condanna sarebbe stata solo una formalità, da parte del Tribunale di Vasto in primo grado e della Corte d’Appello dell’Aquila in secondo, con una pena corrispondente a quattro mesi di reclusione ai sensi dell‘articolo 437 del Codice Penale, ma è stato poi il turno anche della Cassazione, all’attenzione della quale l’autista ha poi presentato ricorso.
La sentenza
Il motivo? Quella che è stata denunciata da parte dello stesso cittadino come una violazione del proprio diritto di difesa, in quanto impossibilitato a presenziare nel corso di un’udienza a causa di problemi di salute, perfettamente certificati da un medico qualificato. Il rinvio, però, non era stato disposto dalla Corte d’Appello, come poi confermato anche in seguito dalla Cassazione, perché il certificato non dimostrava un impedimento assoluto.
Inoltre, la Suprema Corte ha deciso di non procedere alla trasmissione del fatto all’attenzione delle Sezioni Unite, data l’assenza, secondo la sentenza, di dubbi interpretativi necessari a richiedere un effettivo intervento chiarificatore. Infine, l’orientamento giurisprudenziale prevalente ha definito che in presenza della manomissione del dispositivo sono addirittura due le violazioni che si configurano, ossia quella penale e quella amministrativa. A riportarlo è TrasportoEuropa.it.