Nuovo Cds: non parcheggiare per nessun motivo in questo punto | Perdi la patente per 1 anno

Auto parcheggiate e multa (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Anche un semplice parcheggio fuori posto può trasformarsi in un problema molto serio: ecco a cosa devi fare attenzione.
Quando si pensa alla sicurezza stradale, vengono subito in mente i soliti temi: la velocità, l’alcol, i semafori rossi… insomma, quelle situazioni “gravi”. Eppure, ci sono gesti molto più comuni che possono avere conseguenze anche peggiori. Un parcheggio messo lì “solo per un attimo” può trasformarsi in qualcosa di molto più serio di una semplice multa.
Spesso ci si illude che una sosta vietata sia un problema da nulla, magari risolvibile con una telefonata o con un po’ di fortuna. Ma la verità è che in certi casi i rischi possono diventare pesanti. E non si parla solo di disagi per gli altri automobilisti, ma anche di responsabilità che finiscono direttamente sul piano penale.
Una cosa che pochi sanno è che non tutti i divieti hanno lo stesso peso. Alcuni servono per evitare ingorghi, altri per garantire spazio a disabili o mezzi pubblici. Capire *perché* un certo divieto è stato messo in quel punto diventa fondamentale. Non è solo questione di “cartello rosso con la X”, ma di capire il senso di quella regola.
In fondo, le leggi stradali non sono statiche. Cambiano, si adattano, spesso anche in base ai casi concreti che finiscono in tribunale. Alcune sentenze diventano veri punti di svolta, spingendo a rivedere certi comportamenti considerati innocui. Ed è proprio quello che è successo con una decisione della Cassazione uscita di recente, che ha rimesso in discussione il concetto stesso di colpa in questi casi.
Una sentenza che sposta gli equilibri
Come riporta giurisprudenzapenale.com, con la pronuncia n. 26491 del 21 luglio 2025 (udienza del 6 giugno), la Corte di Cassazione ha detto la sua su un caso particolare: un’auto lasciata in sosta vietata aveva costretto un passante a spostarsi bruscamente, finendo contro un altro veicolo. Il tribunale aveva riconosciuto che c’era stata una violazione, sì, ma senza entrare nel dettaglio del motivo del divieto. E invece, secondo la Cassazione, questo è un punto chiave per stabilire la responsabilità.
Il principio è abbastanza chiaro: se la norma serve a prevenire un certo rischio, e proprio quel rischio si verifica, allora chi ha violato la regola può essere ritenuto colpevole. Quindi, non è sufficiente dire “era in divieto”. Bisogna capire se quel divieto serviva a evitare incidenti, ad esempio perché si trova vicino a un incrocio, un dosso o una curva cieca. In quei casi, anche la sosta può diventare causa di un sinistro.

Cosa rischia davvero chi parcheggia dove non deve
Se quel divieto era stato messo proprio per evitare queste situazioni, la responsabilità dell’automobilista non si può escludere. Si entra così in un territorio delicato, dove non si parla più solo di codice della strada, ma anche di conseguenze penali.
La sentenza – Cassazione Penale, Sez. IV, n. 26491/2025 – ha chiesto un approfondimento ulteriore: serve capire se, in quel caso specifico, il divieto aveva funzione cautelare e rispetto a quale pericolo. Perché, anche se non succede sempre, in certe condizioni il parcheggio in divieto può trasformarsi in una responsabilità pesantissima. Altro che “solo due minuti”.