Illustrazione del traforo del Monte Bianco (Wikimedia Commons Christophe Jacquet, ChrisJ FOTO) - vehiclecue.it
Sono passati 60 anni dall’inaugurazione del Traforo, e ad oggi sono previsti altri lavori di potenziamento.
Era il 16 luglio 1965 quando due Presidenti, Giuseppe Saragat per l’Italia e Charles De Gaulle per la Francia, tagliavano il nastro del Traforo del Monte Bianco. A quei tempi, con i suoi 11,6 chilometri, era il tunnel stradale più lungo del mondo. Un’opera titanica, scavata sotto la vetta più alta d’Europa, che avrebbe unito per sempre le due valli di Courmayeur e Chamonix.
Oggi, a distanza di sessant’anni esatti, il GEIE del Traforo del Monte Bianco, insieme a SITMB e ATMB, celebra quell’impresa rendendo omaggio ai pionieri che l’hanno resa possibile. Non è solo un anniversario simbolico: è il riconoscimento di un’infrastruttura che continua a connettere persone, economie e culture, rimanendo un punto di riferimento tra le Alpi e l’Europa.
Il traforo, nato per collegare due valli amiche, è diventato molto più: un corridoio strategico tra Lione e Torino, un ponte stabile tra popoli, ma anche un testimone di eventi belli e tragici.
Per l’occasione, si è deciso di guardare avanti, non solo indietro. Il traforo non è semplicemente sopravvissuto al tempo, ma si prepara a un rinnovamento strutturale profondo, con l’obiettivo di garantirne l’operatività per almeno altri cento anni.
Come riportato dal comunicato della TMB-GEIE, i lavori iniziarono in tempi diversi: sul versante italiano il 12 gennaio 1959, su quello francese il 1° giugno dello stesso anno. Tre anni dopo, il 14 agosto 1962, un’esplosione controllata abbatté l’ultima barriera di roccia: fu un momento carico di emozione, con operai italiani e francesi che si abbracciavano in mezzo alla galleria.
Poi ci vollero altri tre anni per completare il rivestimento e rendere il traforo operativo in ogni stagione. L’apertura al traffico avvenne il 19 luglio 1965, alle 6 del mattino. Il Monte Bianco fu così attraversato da un’infrastruttura che, fin dall’inizio, ha rappresentato molto di più di un semplice passaggio.
Dal 1965 a oggi, sono passati nel tunnel oltre 57 milioni di veicoli leggeri, che rappresentano il 75% del traffico complessivo. Solo nei sabati estivi, si contano oltre 8.000 famiglie in transito. È diventato talmente naturale percorrerlo che spesso si dimentica quanto lavoro ci sia dietro: squadre attive giorno e notte, in ogni stagione, per garantire che quel tratto resti sempre percorribile e sicuro.
Ma ora arriva una nuova sfida: i prossimi lavori di risanamento. Come riportato dal comunicato della TMB-GEIE, a partire dal 1° settembre fino al 12 dicembre 2025, il tunnel sarà chiuso per consentire un’importante fase di ricostruzione della volta, che interesserà oltre 1,5 chilometri. Si tratta di un intervento strutturale senza precedenti tra le grandi gallerie d’Europa. La scelta del periodo autunnale non è casuale: è quello con il traffico più ridotto. L’obiettivo? Trasmettere quest’opera alle generazioni future, insieme alle nuove tecnologie per la decarbonizzazione dei trasporti, che proprio qui potranno essere testate e sperimentate.