Posto di blocco, “non mi hanno detto dell’avvocato”: da ora non paghi più la multa dell’etilometro | Due volte su tre finisce così

Posto di blocco e sanzioni (Canva-Shutterstock foto) - www.vehiclecue.it
Il salasso è sempre dietro l’angolo. Potresti restarci fregato senza nemmeno rendertene conto. Le forze dell’ordine ci vanno di mano pesante
Tra gli strumenti in assoluto più temuti dagli automobilisti italiani figura indubbiamente l’etilometro. Parliamo di un elemento del quale possono avvalersi le forze dell’ordine competenti nel corso di un posto di blocco.
Ma in cosa consiste? Serve ai militari in servizio per effettuare una rapida misurazione circa il quantitativo di alcol presente all’interno del sangue di un determinato soggetto, così da comprendere l’effettività di uno stato di ebrezza o meno.
Al conducente del veicolo viene chiesto unicamente di soffiare all’interno di un boccaglio, direttamente collegato all’etilometro, che basandosi esclusivamente sull’aria emessa dal guidatore è in grado di procedere all’analisi.
Il limite legale vigente generalizzato risulta essere pari a 0,5 g/l: quanto ne consegue è che, se al termine delle opportune verifiche tale limite viene superato, il conducente potrà ritrovarsi in un vero mare di guai.
Una circostanza controversa
La IV Sezione Penale della Corte di Cassazione si è espressa con una sentenza, la numero 47324, pronunciata lo scorso 4 Dicembre 2024, proprio relativamente ad una circostanza correlata alla guida in stato di ebrezza e all’impiego dell’etilometro. Nello specifico, è stata confermata una condanna rivolta ad una ragazza, peraltro neopatentata, che non aveva acconsentito a sottoporsi al test per accertare il proprio livello alcolemico presente all’interno del sangue.
La stessa aveva tentato di far valere la propria posizione, sottolineando, per di più, di non esser stata opportunamente avvisata circa la possibilità di potersi avvalere del proprio difensore legale nel merito della messa in pratica dell’alcoltest. D’altronde, le disposizioni del codice penale a riguardo sottolineano proprio come prima della sottoposizione al test alcolemico sia prerogativa degli organi delle forze dell’ordine che provvedono all’esecuzione di avvertire il conducente della sua facoltà di farsi assistere da un legale.

Come si è espressa la Suprema Corte?
Tuttavia, come specifica Brocardi.it, si tratta di un’eventualità concretizzabile, perlopiù, negli specifici casi in cui ad essere sottoposto a controlli approfonditi da parte degli organi stradali sia un soggetto indagato per un qualche crimine. Bisogna quindi tenere anche conto di come, effettivamente, un’eventuale guida in stato di ebrezza potrebbe condurre ad un procedimento penale, nel caso in cui il tasso alcolemico dovesse sforare il limite oltre gli 0,8 g/l.
La Corte di Cassazione ha disposto la non sussistenza dell’obbligo da parte delle forze dell’ordine di avvisare il conducente circa la possibilità, secondo le proprie facoltà, di fruire di assistenza legale nel merito dell’esecuzione di un alcol test, specificando come la motivazione fornita dalla ragazza per evitare la verifica non fosse di fatto valida. La presenza di un difensore, infatti, deve avvenire nel caso in cui l’atto venga effettuato nei confronti di una persona sottoposta ad indagini nel pieno rispetto dei suoi diritti, in quanto facoltà dello stesso, ma la mancanza di un obbligo di avviso non abilita il guidatore a rifiutarsi di essere sottoposto ad approfondimenti.