Patente, da oggi autista incluso nella licenza di guida: la nuova indennità INPS

Auto e disabilità (Depositphotos foto)

Auto e disabilità (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it

Patente di guida e indennità di accompagnamento: chiarimenti su compatibilità e iter, tutto ciò che devi sapere a riguardo.

La vita quotidiana di molte persone è caratterizzata dalla necessità di affrontare sfide legate alla mobilità e all’autonomia. In questo contesto, il possesso della patente di guida rappresenta un elemento cruciale per mantenere l’indipendenza e facilitare gli spostamenti personali, lavorativi e sociali.

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Allo stesso tempo, per coloro che necessitano di assistenza continua a causa di specifiche condizioni di salute, esistono supporti economici pensati per alleviare il carico assistenziale. Questi aiuti sono volti a migliorare la qualità della vita e a garantire un sostegno nelle attività quotidiane.

Spesso, però, sorgono dubbi e incertezze riguardo alla coesistenza di queste due condizioni: la possibilità di guidare un veicolo e il diritto a ricevere determinate indennità. Molti si interrogano se l’una escluda l’altra, o se esistano percorsi specifici da seguire per conciliare entrambi gli aspetti.

Chiarire questi punti è fondamentale per fornire informazioni precise e dissipare equivoci, permettendo a ogni individuo di comprendere appieno i propri diritti e le procedure da seguire per mantenere, o acquisire, l’autonomia alla guida in un quadro di supporto adeguato.

Indennità di accompagnamento

Un punto cruciale da comprendere è che l’indennità di accompagnamento non è incompatibile con la patente di guida. Questo significa che ricevere tale sussidio, destinato a chi necessita di assistenza continua per le attività quotidiane o per la deambulazione, non preclude automaticamente la possibilità di condurre un veicolo. Il diritto all’uno non annulla la possibilità dell’altro.

La questione fondamentale risiede piuttosto nella valutazione delle capacità di guida dell’individuo, questa analisi deve basarsi sulle specifiche disabilità e patologie certificate, garantendo così la sicurezza sia del conducente stesso sia degli altri utenti della strada. L’obiettivo è assicurare che le condizioni di salute non compromettano l’idoneità alla guida.

Disabile sale in auto
Guidatore disabile (Canva Foto) – www.vehiclecue.it

L’iter di valutazione delle capacità alla guida

Il processo di valutazione delle capacità di guida si articola in base alla situazione preesistente della persona con disabilità, come accertato dalla Commissione di accertamento di invalidità civile. Se la persona disabile è già in possesso di una patente speciale, significa che le sue capacità di guida sono state precedentemente valutate e riconosciute idonee, tenendo conto delle sue condizioni e prescrivendo eventuali adattamenti al veicolo. In questo scenario, non sorgono ulteriori problemi di compatibilità con l’indennità di accompagnamento.

La situazione richiede un’attenzione maggiore se l’individuo è titolare di una patente normale (ossia una patente standard) al momento della visita di accertamento dell’invalidità. In tal caso, la Commissione ha il compito di esaminare se le patologie certificate possano influenzare l’idoneità alla guida. Qualora la Commissione ritenga che le condizioni mediche possano compromettere la sicurezza al volante, ha il dovere di segnalare il disabile alla Motorizzazione Civile. A seguito di questa segnalazione, la Motorizzazione convocherà la persona per una visita di idoneità alla guida.