CONFERMATO CASSAZIONE – Patente senza limiti: da oggi è REALTA’ | La storica sentenza salva i pensionati

Rinnovo patente per gli anziani (Canva foto) - www.vehiclecue.it
Patente senza limiti: da oggi è realtà, la Cassazione cambia le regole per i soggetti sottoposti a misure di prevenzione.
Negli ultimi anni, il tema della revoca della patente ha coinvolto una fascia sempre più ampia di cittadini, tra cui anche persone avanti con l’età o soggetti colpiti da provvedimenti amministrativi per violazioni passate. Molti di loro si sono trovati privati della possibilità di guidare, in modo definitivo o per lunghi periodi, anche in assenza di condotte attuali pericolose. Un contesto spesso vissuto come punitivo e sproporzionato rispetto alla reale condizione della persona.
In particolare, chi era stato sottoposto a misure di prevenzione personale, pur non avendo più commesso alcun reato, si trovava ugualmente esposto a conseguenze penali qualora venisse sorpreso alla guida senza patente. Questo approccio ha alimentato il dibattito su una possibile disparità di trattamento, soprattutto se confrontato con la linea generale del legislatore che ha ormai depenalizzato molte condotte legate alla guida irregolare.
Le sentenze precedenti avevano generato confusione interpretativa, soprattutto per chi si trovava in situazioni borderline: da un lato l’amministrazione ritirava la patente per violazioni passate, dall’altro la giurisprudenza manteneva in piedi l’ipotesi di reato se si guidava comunque, in certi casi. Una situazione che aveva prodotto incertezze e timori, in particolare tra i soggetti più fragili.
Per alcuni, il problema era ancora più stringente: bastava essere destinatari di un “avviso orale”, misura blanda ma formalmente classificata come prevenzione personale, per rischiare di venire inquadrati come autori di reato in caso di guida senza titolo abilitativo. Una rigidità normativa che sembrava ignorare l’evoluzione giuridica e sociale sul tema della offensività delle condotte.
Una sentenza che riscrive i confini del reato
Con la sentenza n. 116 del 2024, la Corte costituzionale ha cancellato questa contraddizione. È stato dichiarato illegittimo l’art. 73 del Codice antimafia nella parte in cui considerava reato la guida senza patente da parte di soggetti sottoposti a misure di prevenzione personale, anche se la sospensione o revoca della patente derivava da infrazioni stradali precedenti, come la guida in stato di ebbrezza.
Come evidenziato da Italia Oggi, la Corte ha ribadito che tale condotta deve essere trattata come illecito amministrativo, al pari di quanto accade per ogni altro cittadino. Non può esistere una responsabilità penale fondata esclusivamente sulla “qualità personale” del soggetto, se questa non incide sulla pericolosità concreta del comportamento.

Via la sanzione penale, resta solo quella amministrativa
D’ora in avanti, anche i soggetti destinatari di misure di prevenzione non potranno più essere perseguiti penalmente se sorpresi alla guida con patente sospesa o revocata, a meno che la recidiva nel biennio non faccia scattare sanzioni aggravate. L’unico effetto sarà la sanzione amministrativa prevista dal Codice della strada, come per chiunque altro.
La decisione rappresenta un cambio radicale nell’approccio normativo: non si potrà più punire con il carcere chi, pur avendo una storia passata complessa, non commette reati ma semplicemente guida senza patente valida. Una sentenza che ristabilisce il principio di uguaglianza e che, per molti cittadini, significa recuperare un diritto che sembrava definitivamente perduto.