Un volo di 10 metri nella scarpata, gravissimo Jerry Calà, vita appesa a un filo | I medici non sciolgono la prognosi

Un momento gravissimo e drammatico che ha segnato per sempre la vita e la carriera dell’attore e comico Jerry Calà. 

Capita, a volte, che la vita decida di cambiare direzione all’improvviso. Senza preavviso, ti toglie il fiato e ti mette di fronte a qualcosa che non avevi previsto, né voluto. Sono quegli episodi che lasciano il segno per sempre.

Quando si pensa ai personaggi famosi, si ha spesso l’idea che vivano dentro una bolla. Una specie di realtà parallela, fatta di successi, lustrini e tappeti rossi. Ma non è sempre così. Anche loro cadono, anche loro devono fare i conti con la paura, col dolore, con la fragilità.

C’è poi chi, da un giorno all’altro, si ritrova a ricostruirsi. A rimettere insieme i pezzi con una fatica che non tutti vedono, ma che c’è. E pesa. E magari fuori continuano a sorridere, a fare battute, ma dentro qualcosa si è spezzato. O forse, no, si è trasformato.

Momenti così ti tolgono l’equilibrio. Ti mettono in pausa, ti costringono a guardarti allo specchio per la prima volta davvero. E non sempre ti riconosci. In quei secondi eterni in cui tutto può finire, si scopre un coraggio che non si pensava di avere.

La resilienza di Jerry Calà

Jerry Calà, volto amatissimo del cinema italiano anni ’80 e ’90, è stato molto più di un semplice comico. Con i suoi personaggi ironici, a volte sopra le righe, ha raccontato un’Italia spensierata, un po’ scanzonata, che oggi sembra lontana.

Nel suo percorso artistico, Calà ha dovuto spesso reinventarsi. Dopo l’enorme popolarità con i “Gatti di vicolo Miracoli” e i film cult, ha attraversato fasi complicate, momenti in cui l’industria dello spettacolo sembrava voltargli le spalle. Ma lui non ha mollato: si è rimesso in gioco, ha scritto, diretto, prodotto. Ma, oltre a questo, quando la vita ti colpisce duro diventa ancor più difficile riemergere.

Il racconto di un trauma

Jerry Calà ne ha parlato in tv, come riporta Il Sussidiario. Ha riaperto il cassetto di uno dei suoi momenti più duri: l’incidente stradale avvenuto nel 1994. Era al volante della sua Jeep, una Cherokee, e per una serie di coincidenze (e sfortuna) è finito giù da una scarpata di 10 metri, dritto nell’Adige.

Nel racconto, Jerry non ha nascosto nulla. Dopo lo schianto, ha capito subito che qualcosa non andava: le gambe non rispondevano e il cellulare, che quella sera era rimasto a casa, non poteva salvarlo. Ha urlato per ore, ma nessuno passava. Solo dopo parecchio – quattro, forse cinque ore – è arrivato un ragazzo. Un pescatore, che lo ha riconosciuto e ha chiamato i soccorsi. Poi gli infermieri, l’ambulanza, l’intervento, l’ospedale di Borgo Trento, la prognosi riservata. «Lo stiamo perdendo», ha sentito dire. Una frase che ancora oggi lo tormenta, specie quando la sente in tv.