“Non sta in strada”: guai seri per il colosso italiano, i Carabinieri non vogliono più la gemma del Biscione | Inseguimenti impossibili, parte la querela

Logo Alfa Romeo (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Clamorosa rottura tra l’Arma e il Biscione: sotto accusa la stabilità della gemma blindata in dotazione ai Carabinieri.
Nel nostro immaginario collettivo, quando pensiamo a una volante dei Carabinieri, ci viene subito in mente un’Alfa Romeo. Un binomio che ha fatto la storia. Mezzi agili, scattanti, incollati all’asfalto. Insomma, perfetti per inseguimenti e operazioni in strada. Da decenni. O almeno così ci hanno sempre raccontato.
L’idea che un’auto del Biscione, in dotazione all’Arma, possa avere problemi seri di stabilità è roba che ti lascia un attimo così. Perché parliamo di una casa automobilistica che ha fatto della tenuta di strada una bandiera. Da quelle leggendarie Giulia alle Alfetta, la reputazione era – beh, quasi inattaccabile.
Certo, i tempi sono cambiati. Le Alfa non si fanno più a Milano e il design non è più solo affare italiano. Ora ci sono fusioni, gruppi industriali, scelte di produzione dettate dal mercato globale… insomma, è tutto un po’ meno romantico. E anche i modelli più recenti, pur con il logo storico sul muso, sembrano portarsi dietro un’identità più incerta, meno “Alfa”, diciamo così.
Eppure, ci si aspetta che un’auto usata per servizi operativi duri, per pattugliamenti a velocità sostenuta, regga. Che sia affidabile, reattiva, sicura. Soprattutto sicura. E invece qualcosa sembra essersi incrinato. Anzi no, più che incrinato… è proprio saltato fuori tutto in un colpo solo.
Una denuncia che ha lasciato tutti a bocca aperta
Secondo quanto riportato da Rollingsteel.it, il sindacato Unarma ha sporto una vera e propria querela contro Alfa Romeo, lamentando gravi problemi di stabilità sulla Tonale blindata in dotazione ai Carabinieri. Pare ci siano state segnalazioni ricorrenti da parte dei militari, che parlano di difficoltà nella guida su strade sconnesse o durante interventi veloci. In poche parole: l’auto non starebbe in strada. Letteralmente.
La richiesta del sindacato è chiara: vogliono documentazione, collaudi, contratti. Vogliono sapere se questi veicoli sono davvero sicuri per chi ogni giorno li guida sotto stress. Perché non si può mandare un collega a rischiare la pelle per colpa di una macchina che si comporta male appena si spinge un po’ sull’acceleratore. E la risposta è arrivata subito dopo.

La risposta e la bufera sull’immagine del marchio
Alfa – o meglio, Stellantis – non ha perso tempo a rispondere: in un comunicato ha difeso la Tonale, spiegando che rispetta tutte le normative e che i test ci sono stati. Anche da parte delle forze dell’ordine. E ha aggiunto che valuterà azioni legali per difendere la propria reputazione.
Il confronto con la vecchia Seat Leon – tanto criticata ai tempi – oggi suona quasi nostalgico. Quella, dicono alcuni operatori, almeno stava in strada. Vedremo quindi quali saranno i risvolti di questa inaspettata diatriba.