Autostrade, telepedaggio gratis per i non residenti: scroccano il ticket e via senza pagare | Ecco il trucco illegale, puoi farlo anche tu

Casello autostradale e furbetto (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Un sistema di pedaggio automatico crea confusione tra questi viaggiatori e qualcuno ne approfitta, ma occhio alla situazione.
Ormai le autostrade stanno cambiando faccia. Niente più caselli con le sbarre, lunghe code sotto il sole d’agosto o monetine che non entrano nella fessura. Al loro posto arrivano sistemi digitali, più rapidi (sulla carta) e che dovrebbero semplificare tutto.
Ma, come spesso accade, la tecnologia da sola non basta a evitare i pasticci. Questi nuovi pedaggi si basano su archi dotati di telecamere e sensori che leggono la targa e associano il passaggio al corrispettivo pagamento.
Tutto bello, certo, ma solo se sai come funziona. Chi ignora le regole rischia di ritrovarsi, anni dopo, con una bella e inaspettata sorpresa. Il problema nasce proprio da questa apparente semplicità. Passi sotto l’arco, nessuno ti ferma, nessuna sbarra si abbassa.
Uno pensa: “Boh, sarà gratis?” e via, prosegue tranquillo. Invece no, c’è una piccola — ma fondamentale — cosa da fare. Il fatto è che, soprattutto per chi non è residente della zona, non è così scontato sapere che bisogna farlo. E lì cominciano i guai.
C’è chi ci prova, ma il trucco ha un prezzo
I cartelli ci sono, sì, ma sono facili da ignorare, specie se non conosci la lingua o ti stai godendo il panorama. E così, tra una distrazione e l’altra, succede che il pagamento salta. Ma il sistema, fidatevi, non dimentica. Secondo quanto riportato da Le Matin, il caso ha fatto abbastanza rumore.
Anche perché pare che non sia affatto isolato. Alcuni automobilisti hanno pensato che possono saltare il pagamento e farla franca… almeno per un po’. Ma il trucco, anche se semplice, è tutt’altro che legale: chi non paga rischia grosso anche dopo molto tempo.

Quando un viaggio diventa una multa
Succede che un signore svizzero, in vacanza in Italia nel lontano agosto 2018, si goda un bel tour tra Varese, il Lago Maggiore e quello di Lugano. Tranquillo, rilassato. Passa anche sulla A60, un tratto della Pedemontana Lombarda, dove i pedaggi “free flow” sono attivi dal 2015. Ma non paga. O meglio, non sa che deve farlo.
E così, sette anni più tardi — sì, sette — si ritrova con una lettera a casa. Dentro, una comunicazione firmata da Bestione Rischi Surl, società incaricata della riscossione. Oggetto: mancato pagamento pedaggio. Importo dovuto? 1,05 euro. A cui si aggiungono 8,39 euro di “spese”, ché mica te la cavi così facilmente.